ARRIVEDERCI, BERLINGUER!

Ritorna a Cinemazero e nei migliori cinema italiani solo il 10, 11 e 12 giugno il film concerto con i materiali d’epoca  su Berlinguer presentato in anteprima a Pordenone Docs Fest!

Un appuntamento speciale in occasione del quarantesimo anniversario della morte di Enrico Berlinguer, avvenuta nel 1984. Arriva nelle sale italiane e, ovviamente anche a Cinemazero, per soli tre giorni – dal 10 al 12 giugno – il documentario Arrivederci, Berlinguer! per la regia di Michele Mellara e Alessandro Rossi e musiche composte da Massimo Zamboni. 

Il film, presentato in anteprima alla XVI edizione di Pordenone Docs Fest, è prodotto dallo stesso festival del documentario di Pordenone, Cinemazero, l’Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e distribuito da Wanted Cinema.  

Arrivederci Berlinguer! è un film concerto: le musiche di Massimo Zamboni commentano i materiali d’epoca provenienti dal documentario L’addio a Enrico Berlinguer, che fu realizzato durante i funerali del segretario del PCI da alcuni dei più importanti registi italiani. Tra i molti, Bernardo e Giuseppe Bertolucci, Roberto Benigni, Carlo Lizzani, Giuliano Montaldo, Ettore Scola e Gillo Pontecorvo si misero dietro alla macchina da presa per omaggiare questo straordinario leader, venuto improvvisamente a mancare l’11 giugno 1984. Queste scene della cerimonia sono assemblate assieme ad alcune riprese di Enrico Berlinguer durante la sua attività politica, in un montaggio che vuole restituire all’oggi tutta l’umanità, la forza e la dignità di un personaggio centrale nella politica italiana degli anni Settanta e Ottanta.  

“Abbiamo cercato di ridurre il senso celebrativo/liturgico del filmato originale legato a quei tempi e di privilegiare il rapporto umano, caldo e vivo, che Berlinguer riuscì ad avere con le masse popolari” – commentano i registi – “Nel nostro nuovo assemblaggio abbiamo inserito il Berlinguer vivente ad intervallare i tempi espansi della lunga cerimonia. Questo attraverso un’attenta selezione di una serie di filmati messi a disposizione dall’AAMOD nei quali si mostra l’affetto e la partecipazione della gente verso il suo leader, in un rapporto simbiotico di incontro che ne cementa nel tempo la relazione”. 

Il montaggio è pensato in chiave emozionale, per coinvolgere il pubblico poggiandosi sulle composizioni musicali: la reiterazione del gesto, le folle, la commozione delle donne, dei politici, delle masse operaie, degli ultimi e dei capi di stato, i pugni alzati: tutto questo diventa sinfonia visiva e musicale allo stesso tempo.  

Il bicchiere mezzo pieno

Di Marco Fortunato

Arrivati al giro di boa dell’anno proviamo a tracciare un bilancio di questi primi 6 mesi dell’anno (o ultimi, se vogliamo considerare la stagione cinematografica che va da settembre a giugno), fare il punto sull’attuale situazione del mercato e ipotizzare le prospettive del prossimo futuro.

Partiamo dal passato: com’è andata finora in questi primi 6 mesi del 2024? Le previsioni erano critiche, soprattutto in ragione degli strascichi dello sciopero degli sceneggiatori che, effettivamente, hanno notevolmente impoverito l’offerta, soprattutto quella più “commerciale”. Decisamente meno problematica la situazione del comparto d’essai i cui titoli, in particolare quelli usciti nel primo (pensiamo a Il ragazzo e l’airone, Perfect Days, La zona d’interesse)hanno raccolto degli incassi decisamente al di sopra delle aspettative. Un risultato a cui si è aggiunto il tutt’altro che trascurabile contributo di C’è ancora domani che, pur essendo uscito ad ottobre, ha continuato a raccogliere esiti eccezionali nella coda della sua programmazione. La distanza con i dati del prepandemia era ancora molto alta (oltre il -20% in meno d’incasso sul 2019) ma in generale il clima che si respirava era positivo, e sembrava che il cinema fosse tornato stabilmente ad essere tra le alternative per impiegare il proprio tempo libero.

Dopo Pasqua, la svolta. Inaspettata, e fortemente negativa. Malgrado un fattore meteorologico assai favorevole, caratterizzato da una primavera eccezionalmente piovosa (soprattutto al Nord) incassi e presenze hanno iniziato a scendere repentinamente e inesorabilmente. “Pessimo” e “terribile” sono stati aggettivi ricorrenti nelle più autorevoli analisi dei mesi di aprile e maggio che hanno pesantemente scavato un solco non solo rispetto ai dati prepandemia ma anche a quelli del 2023. Ad aprile si è incassato la metà rispetto allo stesso mese del 2019 (circa 30 milioni in totale, poco più di quanto si fece nel 2022 e molto peggio del 2023). A maggio il dato è stato ancora peggiore e non si è nemmeno raggiunto l’incasso del 2022, tanto da ipotizzare il temuto sorpasso dei risultati del 2023 sul 2024. Giugno è stato un giano bifronte. Se da una parte ha portato in dote l’eccezionale risultato di Inside Out 2 , miglior esordio al botteghino della storia del cinema d’animazione, che sta incassando cifre da capogiro (mentre scriviamo ha ampiamente superato quota 30 milioni di euro) dall’altra ha confermato le forti criticità di tutto il resto dell’offerta che ha raccolto davvero molto poco, troppo poco per essere considerata sostenibile. Insomma, il sorpasso alla fine non c’è stato e al 30 giugno gli incassi del 2024 sono superiori a quelli dello stesso periodo dell’anno precedente. Ma solo grazie ad Inside Out 2.

Dall’euforia alla (quasi) disperazione – e in questo passiamo all’analisi del presente – il primo semestre dell’anno è stata una sorta di riassunto della tradizionale volatilità del mercato, delle sue cicliche criticità ma anche delle sue potenzialità. Un mercato ancora sofferente, come dimostra l’oggettiva e preoccupante distanza con i dati del prepandemia, che sembra non aver superato i suoi cronici difetti, a partire dalla stagionalità alla sovraproduzione. L’estate (che per la settima arte significa da maggio in poi) continua ad essere ancora troppo povera di film, soprattutto italiani. Ma quest’anno colpa degli europei dirà qualcuno, o forse delle Olimpiadi diranno altri, fatto sta che la pochezza dei listini estivi è disarmante. E solo un anno fa ci eravamo illusi di aver superato questo problema dimostrando che l’interesse del pubblico è vivo anche nei mesi più caldi. L’estate di quest’anno sta dimostrando che purtroppo c’è ancora molta strada da fare. E poi la sovrabbondanza di titoli: a maggio sono usciti 66 film, in 31 giorni. Più di due film al giorno, la maggior parte dei quali usciti in una manciata di sale e sconosciuti ai più, in particolare al pubblico. Forse è il caso di chiedersi a cosa e a chi servono questi film? Cosa rappresenta la sala per essi? E se siano un aiuto o un ostacolo alla crescita del mercato. E avere il coraggio di agire di conseguenza.

E ora veniamo al futuro. Sulla carta il secondo semestre del 2024 si annuncia ricco di grandi potenzialità. Parthenope di Paolo Sorrentino, Joker: Folie à Deux di Todd Philips, Napoli, New York di Gabriele Salvatores,passando per Cattivissimo me 4 e Oceania 2 fino ad arrivare a Mufasa: il re leone sono solo alcuni dei film che dovrebbero arrivare in sala da qui a fine anno, riportando pubblico e incassi.

Basteranno? Difficile dirlo, certo che – imparando dal passato e dal presente – l’auspicio è che si possa cercarne di trarre da ognuno di questi titoli il massimo risultato possibile. Come fare dovrebbe essere piuttosto semplice: per prima cosa servirà un coordinamento delle uscite evitando, dove possibile, sovrapposizioni tra titoli che possano riferirsi allo stesso target (fino a che non avremo i numeri di un mercato come quello francese fare uscire ad esempio tre commedie romantiche nella stessa settimana significa condannarne due alla sparizione pressoché immediata dai cinema), poi serviranno campagne di comunicazione mirate e soprattutto ampie. Non dimentichiamoci l’effetto Barbie che l’estate scorsa fu al centro di un’operazione di marketing a livello mondiale che interessò settori merceologici che poco o nulla avevano a che fare con la settima arte e il cui effetto non giovò solo agli incassi del film ma servi da traino all’intero mercato riportando il cinema al centro dell’attenzione non solo culturale ma soprattutto sociale. Serviranno infine regole chiare e certe per la tanto attesa riorganizzazione dell’intera filiera cinematografica: tax credit produzione, sostegno ai festival, finestre cinematografiche sembrano aspetti tecnici ma sono strumenti centrali per assicurare futuro e stabilità al mercato. Si tratta di temi sul tavolo da tempo che, anche in questi mesi, sono stati ignorati o messi in pausa causando un pericoloso stallo i cui effetti sono destinati a vedersi nei prossimi mesi e anni. Sarebbe quantomai urgente affrontare seriamente e in maniera complessiva tutti questi aspetti, fondamentali per la crescita del mercato.

Insomma, il bicchiere è a metà: mezzo vuoto, o mezzo pieno a seconda dei punti di vista. A noi piace immaginarlo mezzo pieno anche perché siamo convinti che ci sia la consapevolezza delle soluzioni da mettere in campo e che basti trovare la volontà di dedicarci tempo e risorse.

CinemazeroEstate

A Pordenone il cinema non va in vacanza!

Con l’estate Cinemazero non si ferma, anzi, moltiplica le proposte, continuando a dimostrarsi motore di cultura su un territorio molto vasto, valorizzando i film con ospiti di rilievo internazionale. In programma oltre cento eventi: cinquanta in città e più di cinquanta diffusi sul territorio, con innumerevoli proiezioni articolate su una grande arena per i successi cinematografici e un’arena dedicata al documentario, moltissime proiezioni in cantine vinicole, il ventennale del festival internazionale di cortometraggi FMK, cineconcerti esclusivi, la novità dei laboratori / Summer Camp per i più piccoli, arricchiti – come da tradizione – da decine di incontri con ospiti, registi, attori. 

Su tutti, sarà Valerio Mastandrea l’ospite d’eccezione che inaugurerà “Cinema sotto le stelle”, mercoledì 26 giugno, all’imbrunire verso le 21:30, con C’è ancora Domani di Paola Cortellesi, film di enorme successo sia per la critica che per il pubblico: l’attore protagonista racconterà in esclusiva per il pubblico di Pordenone retroscena e curiosità dell’autentico caso cinematografico dell’anno. Un evento in collaborazione con Carta di Pordenone e Voce Donna. 

Non è l’unico ospite di assoluto rilievo dell’estate di Cinemazero: attesi in agosto Marco Tullio Giordana che presenterà in anteprima il suo ultimo film La vita accanto, tratto dal romanzo di Maria Pia Veladiano e Rosa Bosch, produttrice e anima del film culto Buena Vista Social Club di Wim Wenders. 

Dal 26 giugno gli appuntamenti in Arena Largo San Giorgio si terranno ogni lunedì, mercoledì e venerdì fino al 23 agosto. Tra gli eventi da non perdere la proiezione – nel quarantennale della sua uscita – mercoledì 31 luglio di uno dei capolavori di Stanley Kubrick: Il dottor Stranamore ovvero: come imparai a non preoccuparmi e ad amare la bomba, proiettato per la prima volta nel 1964 e qui riproposto in versione originale con sottotitoli in italiano. Un film che Cinemazero propone non solo per un omaggio a un grandissimo regista, ma anche per i contenuti del film, molto legato all’attualità e alla necessità di riflettere sui vari contesti bellici, aspirando sempre alla pace. Lunedì 15 luglio ritorna “A colpi di note”, il progetto di orchestre giovanili alle prese con sonorizzazioni di classici del cinema muto: protagonisti gli studenti dell’Istituto Comprensivo Pordenone Centro e dell’Istituto Comprensivo Rorai Cappuccini. I giovanissimi musicisti si cimenteranno quest’anno con un film spartiacque: The Tramp (1915) di Charlie Chaplin, in cui si può apprezzare compiutamente l’inconfondibile commistione di comicità e patetismo che diverrà in seguito uno dei tratti salienti dell’arte del genio inglese. La serata sarà ricchissima, e proseguirà con un grande classico del muto: One Week (1920) di Buster Keaton, musicato al piano da Daniele Furlati, musicista e pluripremiato compositore, autore di molte colonne sonore (tra cui Il vento fa il suo giro, L’uomo che verrà, Un giorno devi andare), specializzato in accompagnamento di film muti. Spazio anche alla natura e all’importanza del viaggio come scoperta di sé con A Passo D’uomo, in collaborazione con CAI – Sezione di Pordenone, collaborazione che ritornerà anche il 16 luglio per Segnali di Vita in arena UAU!. Non mancheranno gli appuntamenti per i più piccoli come Il ragazzo e l’airone e Appuntamento a Belleville, in collaborazione con il PAFF! –  International Museum of Comic Art, mentre mercoledì 07 agosto sullo schermo dell’Arena San Giorgio in anteprima Cattivissimo me 4. Alla Zerorchesta affidato il compito di chiudere la rassegna estiva, venerdì 23 agosto con la musicazione dal vivo di alcune comiche del duo Stanlio & Ollio.  

Non mancherà l’apprezzatissimo OscBar, realizzato in collaborazione con Birra Galassia di Pordenone. Inoltre, grazie progetto CinemaRevolution promosso dal Ministero della Cultura, la maggior parte dei film italiani ed europei saranno proposti al prezzo speciale a 3,50 euro, mentre i giovani fino ai 25 anni pagheranno sempre 3 euro, con la CinemazeroYoungCard, promossa in collaborazione con il Comune di Pordenone. 

Ogni martedì, dal 02 luglio al 20 agosto, si riaccenderà anche il grande schermo di UAU! ai Giardini “Francesca Trombino”, che ogni anno Cinemazero valorizza come uno dei luoghi più soggettivi della città, con un programma ricercato di “Documentari all’aperto”, arricchito sempre dalla presenza di ospiti, con contenuti di importanza sociale e d’attualità. Da non perdere il 9 luglio Benvenuti In Galera, presentato dal regista Michele Rho: è il racconto di In galera, il primo ristorante all’interno di un carcere, fra le mura della Casa Circondariale di Milano Bollate. Martedì 30 luglio dopo la proiezione di Lala, il documentario su una generazione senza cittadinanza, senza diritti, raccontata nel film di Ludovica Fales (anche lei presente), si terrà lo speciale concerto di Radio Zastava, un collettivo unico nel variegato scenario delle band europee dal background etno-balcanico. E la musica sarà protagonista anche martedì 13 agosto con Berchidda Live – Un viaggio nell’archivio di Time in Jazz, che elabora più di 1.500 ore di materiali d’archivio girati in 25 anni da Gianfranco Cabiddu e la sua troupe nelle varie edizioni di Time in Jazz, festival musicale creato e diretto da Paolo Fresu nel suo paese natale, Berchidda, in Sardegna. A presentarlo al pubblico i registi Michele Mellara e Alessandro Rossi. Non solo musica: spazio anche alle immagini e alla loro fondamentale forza comunicatrice. Martedì 02 luglio, infatti, UAU! si apre con Fantastic Machine, un documentario che attraversa la storia delle immagini in movimento per restituirci un ritratto della nostra società. Interverrà lo storico del cinema Carlo Montanaro, con le sue collezioni di pre-cinema de La fabbrica del vedere (Venezia). In continuità, martedì 06 agosto, Infinito. L’universo di Luigi Ghirri, un percorso attraverso le tappe cruciali della vita del fotografo, raccontato dalle persone che lo conoscevano bene. Ospiti della serata il regista Matteo Parisini e il fotografo Mattia Balsamini, in collaborazione con l’Associazione Obliquo. 

Ma UAU! è anche la casa di FMK, il festival internazionale degli under33 di Cinemazero, tutto dedicato ai cortometraggi che quest’anno festeggia i suoi primi 20 anni! Per celebrare questo speciale anniversario Cinemazero ha deciso di affidare un ruolo da vero protagonista a Cinemazero Young Club, il gruppo di giovani appassionati di cinema under30, che in questa edizione abbandona il ruolo di giurato, per dedicarsi alla selezione dei cortometraggi e all’organizzazione del festival che si terrà dal 24 al 26 luglio. La giuria quest’anno sarà presieduta da Roberto De Feo, uno dei più rilevanti autori del cinema di genere italiano contemporaneo. La tre-giorni sarà come da tradizione contraddistinta da un susseguirsi di laboratori, masterclass, momenti di svago e proiezioni alla presenza di numerosi ospiti. Un’attenzione particolare sarà riservata agli autori del territorio, mentre una mostra dei manifesti delle passate edizioni celebrerà nel migliore dei modi il traguardo dei vent’anni del festival. 

Dal 27 giugno al 01 agosto, ritorna anche la rassegna Cinemadivino, giunta alla sua X edizione, che unisce film e buon vino e si tiene nella suggestiva cornice delle migliori cantine del territorio, in collaborazione con Le donne del vino e Ville Venete. Le serate iniziano alle 19:30 con la degustazione e visita in cantina, per passare alla cena a buffet alle 20:30 e alla proiezione del film dalle 21:30, con biglietto unico a 30 euro. La prenotazione è obbligatoria (scrivendo a: fvgcinemadivino@gmail.com o via WhatsApp al 338 7546192). Il primo appuntamento è a Villa Bogdano 1880 di Lison di Portogruaro, novità di questa edizione, con Acqua e Anice. Le altre cantine coinvolte sono l’Agriturismo Fossa Mala di Fiume Veneto, la Cantina Ca’ Modeano di Palazzolo dello Stella, l’azienda agricola Pitars di San Martino al Tagliamento, l’azienda vitivinicola I Magredi di Domanins e il Castello di Roncade. 

Infine, a conferma dell’attenzione di Cinemazero nei confronti delle famiglie e dei più piccoli, ritorna in Mediateca, dopo il successo dello scorso anno, Animiamoci!, il punto verde per i bambini dai 6 agli 11 anni, all’insegna della settima arte che già oggi registra il tutto esaurito! Tra il 24 giugno e il 19 luglio, per quattro settimane, dal lunedì al venerdì mattina, dalle 8:45 alle 13.30, i giovanissimi aspiranti registi seguiranno un originale programma di laboratori, tenuti da esperti di didattica del cinema e dell’audiovisivo e da formatori di Cinemazero riconosciuti dal Piano nazionale cinema e immagini per la scuola. Una proposta unica, che unisce l’apprendimento al divertimento assicurato, in un percorso che porterà i più piccoli a liberare la loro creatività, giocando con le immagini fisse e in movimento, sperimentando tecniche di ripresa, animazione e disegno. 

Non mancheranno visite guidate alla scoperta dei segreti di Cinemazero, come gli archivi di fotografie, pellicole e la magia senza tempo della cabina di proiezione al cinema. 

Il costo a settimana è di 90 euro (con uno sconto del 10% a partire dalla seconda quota nel caso di iscrizione di fratelli), 80 euro dalla seconda settimana. 

Infine, anche quest’anno Cinemazero porta la magia del cinema sul territorio, con oltre cinquanta proiezioni itineranti nei dintorni di Pordenone, grazie allo storico progetto “Ciak si gira!” che quest’anno vedrà protagonisti i comuni di Brugnera, Fontanafredda, Pravisdomini, Polcenigo, Porcia, Clauzetto, Sacile, Andreis, Cinto Caomaggiore, San Quirino, Grado e Pasiano di Pordenone. 

L’inesorabile deriva solipsistica dei cinefestival

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                     Dove la mano dell’uomo non aveva messo piede …

                                                                           sentieri di cinema!

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Di Andrea Crozzoli

Festival di cinema? Sono rimasto assente per un certo periodo dalle manifestazioni cinematografiche. Quando le frequentavo assiduamente, per avere più facile ingresso alle proiezioni collaboravo con un quotidiano di Trieste che ogni giorno pubblicava i miei resoconti. Questo mi garantiva che non avrei fatto la fila inutilmente, come invece accadeva a molti altri. Per gestire la massa degli accreditati i festival, da sempre, suddividono gli accrediti per categoria: prima i media e la stampa che il giorno dopo la proiezione, con articoli e recensioni, operano da cassa di risonanza dei film via via presentati; poi i professionisti e addetti ai lavori come registi, produttori, attori e operatori del settore; poi i direttori di festival, studiosi, cinefili e giù giù cantando.

Per avere buone possibilità di metter piede in sala durante un festival l’accredito stampa, dunque, era l’ideale; l’accredito cinefili serviva spessissimo solo per mettersi in coda fuori dalle sale che venivano riempite da stampa/media e dai professionisti oltre che dal pubblico in tenuta di gala.

Ma ai festival non si andava solo per vedere i film che sarebbero usciti nella prossima stagione, ma anche per intercettare qualche autore/attore disponibile a venire a presentare il suo film in sala, per conoscere gente del settore, operatori culturali, giornalisti, per attivare relazioni di scambio ed altro ancora. All’epoca i film uscivano in sala e solo dopo alcuni mesi venivano resi disponibili per il circuito dell’home video.

La giornata festivaliera, una volta ottenuto l’accredito stampa, era scandita da una precisa liturgia: ore 8.30 proiezione del film in concorso, ore 10.30/11.00 conferenza stampa con il cast del film appena visto; ore 12.30 pausa panino e telefonata della redazione con indicazione dello spazio riservato alla recensione e cronaca del film; ore 13.30/14.00 corsa in sala stampa per scrivere l’articolo con attesa anche di mezz’ora affinché si liberi una postazione con computer; tra le 15.00 e le 18.00 conquistata la postazione con computer si cercava di comporre un articolo che raccontasse a chi non c’era, in maniera perlomeno oggettiva, quanto visto; ore 18.00 spedizione della mail alla redazione con articolo/recensione per il giorno dopo; ore 19.00 proiezione secondo film in concorso il giorno dopo, per cui rientrerà nella redazione dell’articolo di domani su dopodomani. Alle 21.30/22.00 in uscita dalla proiezione scambi di opinioni con altri colleghi e leggera cena per essere pronti il mattino seguente in quanto alle 8.30 si era di nuovo in sala di proiezione.

Per anni, anzi decenni, questa laica liturgia ogni giorno è stata scandita inesorabilmente: dalle proiezioni, dalle conferenze stampa più o meno vivaci, dai contatti che si stabilivano fra il gruppo di giornalisti che si ritrovavano a distanza di un anno a lavorare gomito a gomito. Le accese discussioni all’uscita dei film, le facce perplesse della stampa estera difronte ai doppi e tripli giochi italici di alleanze come ai tempi de Il mestiere delle armi di Olmi. Insomma un vero e proprio scambio, una specie di osmosi fra operatori del settore, compresi gli slalom per arrivare prima in sala stampa. Sono passati solo pochi anni e il poderoso avanzare delle nuove tecnologie ha spezzato e spazzato tutto questo compreso ogni rapporto umano, ogni possibilità di scambio, cancellato ogni luogo di incontro. La comunicazione corre sul web, sui social, già durante il film alcuni postano giudizi e pregiudizi, la carta stampata è troppo lenta per questo mondo veloce affamato di news più o meno fake. Sparita la sala stampa, ognuno opera con il proprio portatile, iPad o iPhone utilizzando wifi. Ognuno interconnesso h24 ma contemporaneamente isolato, chiuso nel proprio guscio elettronico. Anche i biglietti si fanno con il cellulare online secondo rigidi protocolli che ogni festival applica. Ai pochi quotidiani superstiti che ancora si occupano di cinema interessa gossip, colore e outfit, i film sono la loro ultima preoccupazione. Quei pochi critici/recensori rimasti sul campo di battaglia digitano per webmagazine finiti sui clouds. Ognuno armato col proprio smartphone, strumento depositario e identitario, dove tutti ormai sono perennemente online, collegati al globo terracqueo. Non incontri fisicamente nessuna faccia amica, non ci sono più momenti aggregativi, sei felicemente sparso fra i diecimila accreditati, solo in mezzo ad altre migliaia di persone interconnesse elettronicamente. L’unica preoccupazione è di avere la batteria dello smartphone sempre sufficientemente carica. La vita è legata non più ad un filo ma ad un wifi. Il massimo della socializzazione sono un paio di WhatsApp con un fantomatico ufficio stampa se non riesci ad entrare, per inesperienza tecnologica, ad una proiezione. Ti danno il link e vedi il film sul telefonino. Tutto questo agevola, per alcuni versi, la vita pratica ad un festival ma ha reso immensamente più arido, più frettoloso, più asociale la vita festivaliera. I tempi cambiano compreso l’uomo che ha immense capacità di adattamento, soprattutto i giovani che non sanno come si stava bene prima. Ma un filo sottile di nostalgia fa capolino tra le clouds.