Il maestro al microscopio

uno sguardo approfondito sui grandi maestri del cinema

Di Paolo Antonio D’Andrea

Lo Sguardo dei Maestri si è arricchito dal novembre scorso di un nuovo format dedicato all’analisi filmica. Il Maestro al Microscopio si propone di analizzare da vicino – al microscopio, appunto – un’opera scelta di un grande autore della storia del cinema: le sequenze più importanti sono proiettate e sviscerate nei loro contenuti poetico-stilistici, mentre il film viene contestualizzato all’interno della storia del cinema e della filmografia del regista con un approccio aperto che invita il partecipante a farsi a sua volta critico ed esegeta. Il primo incontro si è concentrato su Mulholland Drive (2001) di David Lynch, film capitale del XXI secolo.

In occasione del suo ventesimo anniversario, la pietra miliare del regista americano è stata riproposta in sala nella versione restaurata in 4K da StudioCanal in collaborazione con la Cineteca di Bologna; a integrare la proiezione la lezione suddetta, un tentativo di penetrare la coltre di un’opera aperta che sembra volutamente respingere qualsivoglia tentativo di analisi razionale.

Rendere il mistero più affascinante, non risolverlo: questo l’obiettivo manifesto di un appuntamento che ha visto la sala Pasolini illuminarsi – con tutta l’atmosfera che solo una sala cinematografica sa regalare – in nome della passione per il cinema visto e raccontato, come Cinemazero da sempre si propone di fare. Seguendo la cadenza regolare delle uscite dei restauri della Cineteca di Bologna, Il Maestro al Microscopio verrà riproposto con cadenza regolare a partire da gennaio 2022.

CINEMAZERO A BERLINO E BARCELLONA CON DUE MOSTRE SU FELLINI

La lunga onda del centenario del maestro riminese in Germania e Spagna

Di Riccardo Costantini

Dopo un importante tour internazionale partito da Mosca, poi approdato a San Paolo, Vilnius, Tirana, Lubiana, San Pietroburgo, Buenos Aires fino a Kiev, la mostra “Il Centenario. Fellini nel mondo” è a Berlino e Barcellona.

La notorietà di Federico Fellini nel mondo è enorme; egli appartiene a quella cerchia ristretta di italiani che, per milioni di europei e di americani, in qualche modo riassumono l’Italia.
Fellini è giunto a un simile risultato attraverso un itinerario colto: prima sceneggiatore, poi regista, ha dato vita a una galleria di fantasmi divertiti e appassionati, registrando come pochi altri il cambiamento del costume italiano e al tempo stesso cogliendo in modo esemplare i simboli del nostro passato e del nostro enigmatico presente.
In occasione delle celebrazioni per il centenario della nascita del maestro sia per l’Istituto Italiano di Cultura di Berlino, che per quello di Barcellona è stato un doveroso gesto di riconoscenza dedicare un omaggio ospitando una mostra presso le loro sedi a un personaggio che ha contribuito a dare dell’Italia, attraverso il linguaggio della cinematografia, un’immagine internazionale di altissimo profilo.
La mostra si tiene praticamente in contemporanea nelle due città: è in corso a Barcellona – presso El Born Centre de Cultura i Memòria aperta fino al 9 gennaio 2022; negli stessi giorni è a Berlino presso la sede dell’Istituto Italiano di cultura (che già a inizio 2020 ospitò una mostra a Fellini e Mastroianni), aperta fino al 12 gennaio 2022. In questo caso, il percorso è omonimo nelle due città: “Il Centenario. Fellini nel mondo” è un’esposizione, duplicata per l’occasione, che riunisce quanto più possibile ogni sorta di materiale da lui prodotto e che lo riguardi, in una sistematica operazione di raccolta che vede coinvolti archivi pubblici e privati e collezionisti. Un progetto che ha lo scopo di evidenziare l’eclettismo e la versatilità del Maestro, caratteristiche che lo hanno elevato al rango di mito. La  varietà e la quantità dei materiali raccolti e il loro proporci letture sempre nuove e inedite illuminano il pubblico sui motivi della sua fama e del sempre vivo interesse nei confronti della sua figura che continua a perpetuarsi in ogni parte del pianeta anche a distanza di ventotto anni dalla sua scomparsa.

Curata da Vincenzo Mollica, Alessandro Nicosia e Francesca Fabbri Fellini, la mostra è organizzata e realizzata da C.O.R. Creare Organizzare Realizzare con la partecipazione di prestigiosi prestatori pubblici, fra i quali appunto l’Archivio Cinemazero Images di Pordenone ai quali si aggiungono i numerosi prestatori privati che hanno voluto mettere a disposizione i materiali in loro possesso per contribuite alla realizzazione di questa grande mostra.

L’altra Montagna, raccontata agli Incontri d’Autunno del CAI

Di Grazia Pizzoli

Gli appuntamenti autunnali della Sezione di Pordenone del Club Alpino Italiano, una consolidata consuetudine all’interno del contenitore culturale proposto dalla Sezione e denominato “Sul filo di cresta: immagini, parole, note“, ci hanno mostrato i tanti volti de “L’altra Montagna”, denominatore comune di film, video, autori e protagonisti delle quattro serate, in un continuum tematico con gli Incontri di primavera.

Avvio il 28 ottobre con Il Buco, film di Michelangelo Frammartino vincitore del Premio Speciale della Giuria all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, che ha condotto il numerosissimo pubblico della Sala Grande in una montagna “rovesciata”, ovvero nel mondo ipogeo. L’esplorazione dell’abisso del Bifurto da parte dei giovani membri del Gruppo Speleologico Piemontese ha raccontato come, dietro a notizie di facciata, si nascondano storie “altre”, che risvegliano la coscienza su quanto la Storia ha nascosto.

Potente e coinvolgente la testimonianza di Gianluca Briccolani, il 4 novembre, che ha descritto il suo cammino lungo le Alpi Apuane, fatto di riconoscente amore per la loro essenziale bellezza, luogo in cui si respira L’altezza della libertà, come il titolo del suo libro. Un’accorata denuncia, la sua, del fatto che queste montagne, che il marmo rende uniche al mondo, siano totalmente indifese oltre che indiscriminatamente e insensatamente sfruttate.

A raccontare cosa significa dedicare la propria vita per venire in aiuto di chi si trova in difficoltà in montagna, il 18 novembre la serata dedicata ai Fondatori del soccorso alpino pordenonese, ricca di personaggi, storie, ricordi, emozioni. E ricca di commozione, di chi ancora c’è, come Roberto Sgobaro e Giancarlo Del Zotto nel ricordo degli amici che non sono più con loro, Bruno Coran e Redento Toffoli. Nomi che hanno fatto la storia del soccorso alpino pordenonese, ma che hanno connotato anche la storia della città di Pordenone con la loro presenza e i loro valori.

A concludere il ciclo, la serata speciale del 29 novembre: una collaborazione della Sezione CAI di Pordenone con la regione Friuli Venezia Giulia e la Fondazione Dolomiti Unesco che ha narrato, attraverso le immagini dei documentari di Ivo Pecile e Marco Virgilio, i panorami spettacolari e selvaggi delle Dolomiti Friulane, ma anche la loro fragilità a causa della crisi climatica e del riscaldamento globale. Nella seconda parte della serata un incontro-dibattito tra Filippo Giorgi, fisico dell’International Center for theoretical physics di Trieste e Marco Virgilio, noto giornalista e divulgatore scientifico specie negli ambiti di meteorologia e climatologia. Giorgi ha parlato di temi cruciali quali l’aumento di fenomeni meteorologici estremi che producono eventi eccezionali come la tempesta Vaia, che a fine 2018 ha inferto una ferita profonda proprio a boschi e foreste delle Dolomiti. Grande l’interesse suscitato presso il pubblico in sala, che ha posto numerose domande. La risposta a una in particolare ci dà la cifra di quello che può essere il coinvolgimento e la responsabilità di ciascuno di noi. “Cosa possiamo fare per contribuire a salvare il nostro pianeta dal riscaldamento globale?” Le parole di Giorgi sono state “Evitiamo gli sprechi e prestiamo massima attenzione ai nostri consumi”.