Imparare guardando

Bilancio e prospettive dell’attività didattica di Cinemazero

di Manuela Morana

A dicembre, complici le feste, si tira il fiato, sì, ma anche una linea. Si fanno un po’ di conti di quel che si è fatto e registrato a partire da settem- bre e ci si prepara al nuovo anno che da sempre porta con sé l’avvio di una ricca stagione di proiezioni ed eventi didattici tutta da vivere e scoprire. Dopo le proiezioni-evento di settembre, accompa- gnate dal commento critico delle voci di Hollywood Party di RadioRai3 targate Alice nella città, nel segno di una nuova collaborazione con Cinemazero che ha visto la partecipazione di centi- naia di studenti, dopo le mattinate-evento durante Le Giornate del Cinemamuto e dopo la notevole platea concentratasi attorno ai film della rassegna “Trent’anni senza muro” dedicata al trentennale della caduta del muro di Berlino in collaborazione con Le Voci dell’Inchiesta, al film La Famosa invasione degli orsi in Sicilia e ai film dedicati all’ambiente in collaborazione con Friday For Futures, si punta dunque lo sguardo verso il futuro, precisamente a gennaio, e si svelano i nuovi titoli che a Cinemazero consentono di celebrare la Giornata della Memoria in collaborazione col Comune di Pordenone. Tre, quest’anno, sono le opere davvero imperdibili. La prima è un film d’autore con la A maiuscola, portando la firma di Roman Polanski, che rivisita e richiama alla memoria il caso Dreyfus, capitolo della storia politica e giudiziaria che solleva interrogativi sui temi della giustizia, della colpa e più in profondità della verità. Ma non solo: le vicende che hanno visto protagonista il capitano ebreo condannato per essere ritenuto informatore dei nemici tedeschi nel 1895, sono un esempio di come razzismo e intolleranza verso il diverso possano generare effetti distruttivi della dignità umana, come ogni anno, in occasione della Giornata della memoria, non si perde occasione di rilevare attraverso le opere cinematografiche. Il film ha suscitato non poche (e forse, inutili?) polemiche attorno a sè: farà altrettanto nel nostro paese dove le prime settimane di proiezione sembrano celebrarlo come uno dei migliori del maestro polacco?

La seconda opera, #AnneFrank. Vite parallele, di Sabina Fedeli e Anna Migotto, coprodotta da l’Anne Frank Fonds Basel, è un’opera documentaria che ripercorre la vicenda di Anna Frank attraverso le pagine del suo diario e di quelle di altre adolescenti deportate nei campi di concentramento. La voce di Helen Mirren, degna di essere ascoltata nella sua versione originale, insegue le vicende di un gruppo di giovani donne e da forma a un messaggio che è una invocazione a resistere e a non cedere di fronte all’attuale diffondersi di razzismo e odio.

La terza è il film 1938 – Diversi di Giorgio Treves, ricognizione ancora una volta nella forma del documentario con un ampio utilizzo di materiali d’epoca del percorso che nel nostro paese ha portato dalla genesi alla applicazione delle leggi antiebraiche.

Dopo gennaio, il mese di febbraio vedrà l’appuntamento in sala in occasione della Giornata Nazionale contro il Bullismo e il Cyberbullismo a scuola (7 febbraio) e il Giorno del Ricordo (10 febbraio). A marzo, invece, la proposta cinematografica sarà fortemente dedicata alle donne, in occasione dell’8 marzo. Tra i titoli in programma, c’è anche il lungometraggio di animazione I racconti di Parvana di Nora Twomey, storia di una undicenne che sotto il regime talebano a Kabul, mette in atto un’impresa a dir poco eroica: travestirsi da uomo per lavorare e aiutare la sua famiglia.

Spingendo lo sguardo ancora più lontano, scopriremo che ad aprile ritorna il festival Le Voci dell’Inchiesta e insieme un cartellone di eventi per studenti e insegnanti all’insegna dell’attualità, dei diritti umani e dell’educazione civica. Registi, giornalisti e professionisti del mondo sco- lastico saranno al centro di proiezioni, incontri e workshop per sintonizzarsi sul presente e non perdere l’occasione di approfondire temi e vicende del nostro contemporaneo.

Per maggiori informazioni scrivere a didattica@cinemazero.it

Tutti i film sotto l’albero

Cinema d’essai protagonista anceh a Natale

di Marco Fortunato

Con il loro immancabile carico di film le vacanze natalizie sono, per definizione, il periodo più cinematografico dell’anno. Quest’anno non fa eccezione, anzi, tra i tantissimi “film sotto l’albero” (ben 33 in uscita nel solo mese di dicembre, più di uno al giorno) spiccano alcuni titoli molto attesi dagli amanti del cinema d’essai.

È il caso del ritorno di Ferzan Ozpetek che con Dea fortuna, prosegue il suo personale percorso di analisi e racconto dei sentimenti e dei tormenti dell’animo umano che rappresenta da sempre la cifra del suo cinema. Al centro della storia Alessandro e Arturo, coppia legata da più di 15 anni ma ormai in crisi. L’improvviso arrivo nelle loro vite di due bambini lasciati in custodia per qualche giorno dalla migliore amica di Alessandro, potrebbe però dare un’insperata svolta alla loro stanca routine. La soluzione sarà un gesto folle, ma d’altra parte “l’amore è uno stato di piacevo le follia“, ha sottolineato l’autore nelle note di produzione. Il regista turco, naturalizzato italiano, ha voluto con sé ancora una volta Stefano Accorsi – già protagonista de Le fate ignoranti e Saturno contro – affiancato questa volta da Edoardo Leo e Jasmine Trinca, e gran parte dei suoi storici collaboratori di troupe. Il film, infatti, girato l’estate scorsa tra Roma e Palermo, è stato scritto da Ozpetek insieme Silvia Ranfagni e Gianni Romoli (con il quale il sodalizio è nato fin dai tempi di Harem Suare, il suo secondo lavoro, presentato a Cannes nel 1999) mentre le musiche saranno firmate ancora una volta da Pasquale Catalano, che si è avval- so di una star d’eccezione come Mina. La sua inconfondibile voce accompagna anche il trailer del film con un estratto dell’inedito Luna Diamante, brano scritto e composto da Ivano Fossati e contenuto nel suo nuovo album “Mina Fossati” che esce poche settimane prima del film.

Ma il film più atteso è senza dubbio Pinocchio di Matteo Garrone. Una sfida, quella di portare sul grande schermo il capolavoro di Collodi, già tentata molte volte in passato, con approcci molto diversi e alterni risultati. Tra gli oltre dieci adattamenti, che comprendono una versione horror (Pinocchio’s Revenge di Kevin S. Tenny) e opere corali (come il film prodotto dalla Walt Disney nel 1940, che fu il primo film d’animazione a vincere un premio Oscar ma non ottenne un grande risultato al botteghino, complice anche la Seconda Guerra Mondiale) il più famoso è senza dubbio quello di Roberto Benigni del 2002. L’attore toscano, che firmò anche la sceneggiatura (con Vincenzo Cerami) e la produzione, realizzò – con circa 45 milioni di euro – il film più costoso nella storia del cinema italiano con il quale tentò anche, senza successo, la corsa all’Oscar. E proprio da Benigni riparte Matteo Garrone, che lo ha scelto come protagonista del suo lavoro, anche grazie – come lui stesso ha dichiarato – ad una conoscenza personale di lunga data. I due si incontrarono infatti quando Garrone era ancora un bambino poiché suo padre, il critico teatrale Nico Garrone, fu tra i primi a scrivere di Benigni ai suoi esordi. Dal set blindatissimo è trapelato poco o nulla e sembra che, proprio in questi giorni, sia stiano finalizzando gli ultimi dettagli, per essere pronti per la data d’uscita che è stata anche anticipata di una settimana (in origine era stata fissata per il 25 dicembre). Tutta la lavorazione è stata in realtà abbastanza tribolata e condizionata da diversi stop, prima dovuti all’abbandono di Matilda De Angelis che aver dovuto far paste del cast ma poi è stata costretta a rinunciare per altri impegni e poi per l’uscita di Dogman con il quale Garrone ha conquistato, lo scorso anno, una miriade di premi tra cui 7 Nastri d’Argento e ben 9 David di Donatello. Riconoscimenti importanti che si aggiungono alla sua personale bacheca che vanta, oltre a numerosi altri David e Nastri d’Argento, anche due Gran Prix della Giuria a Cannes e un European Film Awards.

Con queste premesse non ci resta che darvi appuntamento sugli schermi di Cinemazero, dove il film vi aspetta dal 19 dicembre (e non è una bugia!).

Il futuro del cinema (e dei cinema) nell’era dello streaming

Quale futuro per la sala cinematografica? Come vincere la sfida del rinnovamento?

di Marco Fortunato

Sole e pioggia si sono alternati nel cielo di Lisbona che, dal 21 al 24 novembre, ha ospitato la 21ma Conferenza di Europa Cinemas, il network che riunisce le più importanti sale d’essai del continente. Un tempo atmosferico instabile, caratterizzato da luci e ombre, che sembrava quasi voler rispecchiare l’animo con cui molti esercenti – oltre 500 in rappresentanza di 27 paesi – si sono ritrovati a questo importante appuntamento nato per condividere progetti e best practices ma anche problemi, con l’idea che, lavorando insieme, si possano trovare le migliori soluzioni.

L’intensa tre giorni di lavori si è aperta con una sessione dedicata al confronto sull’evoluzione dell’esperienza cinematografica e sulle strategie da mettere in campo per valorizzarla e promuoverla sempre di più, in particolare tra i giovani. Tante le idee emerse, la maggior parte delle quali si sono focalizzate sul ruolo della sala cinematografica come luogo di aggregazione sociale e culturale. In un periodo di forte concorrenza con un numero sempre maggiore di competitors – su tutti le piattaforme di streaming – a dover essere messo in primo piano, più che il contenuto, è il contenitore, ovvero lo spazio, che deve sapersi distinguere ed essere in grado di offrire una pluralità di servizi. Molti colleghi di tutta Europa hanno presentato le proprie realtà, disegnando un quadro eterogeneo al cui interno spiccano i risultati di coloro che sono riusciti a fare delle proprie strutture dei veri e propri incubatori culturali che non si limitano a mostrare ma anche a produrre cultura. Cinema moderni, accoglienti, che ospitano, oltre alle sale di proiezione, anche punti di ristoro (da semplici caffetterie a veri e propri ristoranti più o meno caratterizzati), aule studio, aree espositive, spazi per VR e videogames e sono in costante dialogo con le altre realtà culturali della comunità in cui operano.

Molto interessanti le strategie elaborate per intercettare il pubblico giovane. La gran parte di esse punta sulle politiche di prezzo con formule di abbonamento flessibili e condivisibili che sfruttano l’attitudine delle nuove generazioni alla sottoscrizione di piani di pagamento a medio- lungo termine simili a quelli previsti dalle piattaforme. Emblematico il caso del Kinogruppe di Berlino che offre ai suoi spettatori più giovani delle tessere mensili flat (pagando una quota fissa si può venire al cinema quante volte si vuole) che negli anni hanno dimostrato ottime capacità di fidelizzazione del pubblico. Oltre a questo aspetto i sondaggi hanno dimostrato che i posses- sori di questa tipologia di tessere presentano una maggior attitudine alla sperimentazione. In altre parole sono più disposti a partecipare ad eventi e proiezioni di opere “minori” (sperimentali o comunque meno conosciute) perché – grazie al concetto del prezzo fisso indipendente dal numero di visioni – le percepiscono come se fossero gratuite e dunque prive di rischi da un punto di vista economico (l’idea è semplice nella sua banalità: sicco- me ho già pagato posso permettermi di andare a vedere un film anche se non sono sicuro che mi piacerà tanto non ho nulla da perdere). Ciò è risultato essere un espediente particolarmente efficace nel portare in sala, spesso per la prima volta, il giovane pubblico. Ovviamente è poi necessario fidelizzare questo pubblico, farlo cioè affezionare al cinema, e ciò lo si può fare soltanto grazie alla qualità della proposta.

Successivamente l’attenzione si è spostata su una questione solo all’apparenza di natura tecnica: la gestione dei processi d’acquisto dei biglietti online e il monitoraggio dei dati, due aspetti sui quali sembra esserci ancora molto da lavorare. Nel quadro d’insieme è emersa infatti una generale inadeguatezza di molti strumenti informatici attualmente in uso da parte delle sale, la maggior parte delle quali è dotata di siti obsoleti e spesso caotici. Sovrabbondanza di informazioni, ignoranza delle regole base della comunicazione e scarso senso pratico sembrano essere i difetti più comuni all’interfaccia web di molte realtà. In generale a mancare sembra essere soprattutto l’attitudine a considerare come strategico l’acquisto del biglietto che invece dovrebbe essere, a detta degli analisti, l’obiettivo primario di ogni portale di e-commerce (anche di cinema). Al di là di questo l’importanza primaria di questi strumenti resta comunque la capacità di monitorare i comportamenti del proprio pubblico, i suoi gusti e le motivazioni delle sue scelte. Ciò dovrebbe permettere di raccogliere il maggior numero possibile di dati sulla cui analisi impostare le scelte strategiche della sala, dalla programmazione alla comunicazione passando per le politiche di prezzo. Esistono in questo senso numerosi software che possono aiutare nella gestione e nell’analisi, non sempre immediata, di quelli che tecnicamente sono definiti big data. Ma non di solo web vive il cinema, anzi. Fil rouge dei molti interventi che hanno caratterizzato questo panel, è stata la sottolineatura dell’importanza dell’elemento umano, vero valore aggiunto della sala cinematografica. Nessun sito o modello matematico potrà mai sostituire la cassiera o la maschera, con la loro capacità di interazione strettamente personale con il pubblico. Un esempio da seguire, in questo senso, è quello del cinema Beltrade, un monosala indi- pendente alla periferia di Milano, che ha fatto del dialogo con i suoi spettatori uno dei suoi tratti distintivi.

Sempre attorno al tema del rinnovamento pubblico si sono sviluppati alcuni dei workshop, in particolare quello dal titolo “Getting into the Mindest of New Generations” che ha in qualche modo introdotto il tema forse più atteso, quello della coesistenza tra sala cinematografica e piattaforme streaming.

Nel corso di questo laboratorio è stata presentata l’esperienza del Kinodvor di Ljubljana, che ha lanciato un progetto rivolto ai giovani da cui ha tratto ispirazione anche lo Young Club di Cinemazero. Impossibile non lasciarsi coinvolgere dall’entusiasmo – che traspariva da immagini e video – degli “spettatori di domani”, ragazzi tra i 16 e i 25 anni, impegnati a seguire la programmazione, l’organizzazione e la promozione di vere e proprie rassegne, dando prova di una passione e una competenza al di sopra di ogni aspettativa.

Diverso per contenuti, ma non meno interessante, l’intervento del coordinatore di MUBI, il più importante portale streaming europeo, attivo anche come distributore. Al di là delle caratteristiche specifiche l’unicità di MUBI sta nell’aver sviluppato una forma di partnership con numerose sale cinematografiche con l’obiettivo di mettere in contatto i relativi pubblici. La piattaforma si impegna in attività di marketing volte a promuovere i film in sala e allo stesso tempo offre ai suoi sottoscrittori un biglietto omaggio da usare nelle sale partner per tutti coloro che scaricano la sua app.

Con questo carico di informazioni e stimoli si è arrivati – last but not least – alla sessione con- clusiva dall’ambizioso titolo “The future of indipendent film in the streaming era” tutta giocata sul rapporto sala-piattaforma. Difficile sintetizzare a parole il momento clou dell’intera conferenza, che ha visto esporre tesi contrapposte circa la possibile convivenza tra le diverse modalità di fruizione. In generale a risultare prevalente è stato un atteggiamento di apertura verso le piattaforme, nella convinzione che, comunque, il ruolo della sala cinematografica possa essere riconosciuto ed apprezzato da parte di pubblico che sembra essere ogni giorno più maturo e più “pronto” a comprendere la differenza tra una visione privata e una pubblica. Sarà veramente così? Forse è presto per dirlo ma di sicuro ci si può mettere al lavoro, da subito, per marcare questa differenza, puntando sull’unicità dalla sala e sul suo ruolo sociale oltreché culturale. È una sfida che le sale d’essai, e con esse Cinemazero, sono pronte ad affrontare. Consapevoli che, anche a Lisbona, dopo tante nuvole è uscito il sole.

CinemazeroNotizie goes green!

Dal I gennaio il nostro periodico di cultura cinematografica si trasferisce online

Di Marco Fortunato

Anno nuovo, veste nuova. Con il 1° gennaio del 2020 infatti CinemazeroNotizie cambia veste (ma non vita!) per trasferirsi su una piattaforma online ed arricchirsi così di importanti novità.

In realtà da molti anni il nostro periodico di cultura cinematografica è già disponibile in versione digitale (sul nostro sito www.cinemazero.it, nella sezione CinemazeroNotizie all’interno della quale è possibile consultare la versione pdf del numero cartaceo) ma, con l’arrivo del nuovo anno, si completerà una parte importante del percorso green che vede Cinemazero impegnato su più fronti per ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività ed, in particolare, limitare il più possibile l’utilizzo della carta. Un cambiamento importante che sarà l’occasione per ampliare i contenuti – ma non la filosofia – di quello che, da oltre trentacinque anni, rappresenta un apprezzato ed autorevole strumento di approfondimento per chi vuole provare a comprendere i temi, gli scenari e soprattutto gli orizzonti della settima arte, in tutte le sue declinazioni, senza dimenticare di mettere in evidenza le attività di Cinemazero, molte delle quali spes- so anticipano questi cambiamenti. CinemazeroNotizie dunque è destinato a cambiare forma ma non sostanza, con l’obiettivo di mantenere fede alla sua missione che è quella di informare ma anche e soprattutto di “incuriosire” i suoi lettori, siano essi esperti di cinema o semplici appassionati.

Un compito non sempre facile, che richiederà, in un’epoca caratterizzata dalla sovrabbondanza di informazioni, la capacità di distinguersi ma che potrà contare, grazie agli strumenti del web, su un nuovo fondamentale contributo, quello del nostro pubblico. Volendo sintetizzare, in una parola, il cambiamento si tradurrà in più “interattività”, che si concretizzerà, per la prima volta, nella la possibilità per i lettori di interagire con noi, commentando, condividendo e mettendo i “like” agli articoli di loro interesse. Quest’ultimi saranno sempre più integrati con gli altri supporti comunicativi di Cinemazero, dedicheranno un maggior spazio alle immagini e ai contributi video, alcuni dei quali verranno realizzati appositamente da Cinemazero. In occasione, ad esempio, dell’arrivo di un ospite in sala, la sua intervista – pubblicata magari qualche settimana prima della presentazione – verrà arricchita a posteriori, dalla galleria foto- grafia e dal video del suo intervento registrato live in sala.

Verrà poi ulteriormente implementata l’integrazione tra CinemazeroNotizie e il nostro sito, in particolare per quanto riguarda i servizi di biglietteria. Scorrendo gli articoli sarà quindi possibile, con un semplice click, scoprire quando i film citati saranno in pro- grammazione a Cinemazero ed acquistare comodamente il biglietto senza sovrapprezzi.

Particolare attenzione sarà data infine alla valorizzazione dell’archivio che raccoglie il grande patrimonio accumulato in questi anni. Sarà infatti creata un’apposita sezione – al momento in fase di studio – il cui obiettivo sarà quello di consentire non solo la consultazione di tutti i numeri precedenti, ma anche la ricerca tematica per autori, temi e parole chiave. Un altro dei grandi vantaggi resi possibili dal passaggio al digitale che richiederà però un complesso lavoro di indicizzazione dei contenuti e che, per questo, potrà richiedere ancora qualche mese di lavoro.

Resteranno, ovviamente, i vantaggi per gli abbonati, che riceveran- no sulla propria mail, con cadenza mensile, una speciale newsletter riepilogativa del sommario e delle novità del mese attraverso la quale sarà possibile accedere direttamente ai contenuti di proprio interesse.