3 film, viaggi, registe

Tre film, in una proposta legata a doppio filo a Pordenone Docs Fest — Le voci del documentario, che vuole valorizzare il lavoro di tre registe e testimoniare la validità dei loro film e della loro ricerca. Tre documentari, per mostrare e approfondire un cinema dai tratti originali, animato da registe in grado di raccontare con creatività, utilizzando archivi, memoria, viaggi, attraversando i ricordi e le complessità dell’animo. Tre storie che sono specchio delle incertezze — ma anche delle solidità — dell’esistenza, che parlano di chi siamo, di chi eravamo, di chi decidiamo di essere.
Tre viaggi liberi. Tre sguardi unici, da ammirare su grande schermo.

9 maggio, h 20.45
Across di Irene Dorigotti. Italia, Svizzera, 2023. 77’

Un road movie spirituale, una ragazza alla ricerca del sacro riscopre il più controverso degli animali: l’uomo. Irene, cresciuta nelle Alpi italiane con una famiglia legata al viaggio e alla cultura scout, approfittando dell’esposizione della Sindone a Torino, parte alla ricerca di un percorso
religioso. Inizia un viaggio fatto di incontri giocosi e piccole rivelazioni, un vero e proprio road movie spirituale. Eppure, la ricerca di Irene è inquieta, le sue domande non sembrano trovare risposta, fino a quando la realtà diviene un universo poetico. Il sincretismo e il vociare del Messico, il caos del Vietnam e i Templi di Angkor Wat in Cambogia. Irene si allontana dalla religione per entrare nel sacro. Ospite in sala la regista

15 maggio, h 20.45
Il cassetto segreto di Costanza Quatriglio. Italia, Svizzera, 2024. 132’

Un intellettuale da riscoprire, un viaggio sentimentale nella memoria personale e collettiva, una storia d’amore filiale e di passione profonda per il sapere. La Sicilia, il mondo, una casa, una biblioteca. Nel gennaio 2022 Costanza Quatriglio torna nella casa dov’è cresciuta, chiusa da tempo, e apre le porte ad archivisti e bibliotecari per donare alla regione Siciliana l’universo di conoscenza appartenuto al padre giornalista. È la biblioteca e l’archivio di Giuseppe Quatriglio, firma storica del Giornale di Sicilia e di altre importanti testate, scrittore, saggista e amico di uomini di cultura del Novecento. Fotografie, bobine 8mm, registrazioni sonore realizzate dal padre dagli anni ’40 in poi in Europa e nel mondo, le riprese effettuate dalla regista si mescolano in un fitto dialogo tra presenza e assenza. Palermo e la Sicilia, con la loro storia e la loro cultura, sono il punto di osservazione del mondo: tutto parte e tutto torna. Ospite in sala la regista.

22 maggio, h 20.45
Amor di Virginia Eleuteri Serpieri. Italia, Lituania, 2023. 101’

L’assenza della madre, una Roma acquatica, un percorso poetico di una donna per ritrovare e ritrovarsi. “Quando vedo Roma vedo mia madre. È così da quando lei è morta”. Una sera d’estate di venticinque anni fa: la città è deserta, è in corso la finale del campionato del mondo di calcio. Una donna, Teresa, raggiunge il Tevere e si lascia andare alla sua corrente. Gli abissi la inghiottono e la figlia Virginia, nel buio della notte, attraversa Roma: vuole trovarla e salvarla. Virginia deve attraversare le profondità delle acque, della storia, dei miti, delle sciagure e dei bagliori vitali di una Roma senza tempo. Così può vedere di nuovo sua madre che emerge dall’oscurità del Tevere per volare verso AMOR, “il pianeta della cura” circondato dall’acqua e dove le vie, le piazze, le fontane ricordano quelle di Roma e gli animali sono liberi di circolare. Ospite in sala la regista.

Scienza&Natura

Ritorna a Cinemazero la rassegna primaverile organizzata da CAI- Sezione di Pordenone. Tre incontri ogni giovedì dal 9 al 23 maggio, per esplorare due sistemi che rappresentano un binomio fondamentale: Scienza & Natura. La Scienza come sistema di conoscenze ottenute attraverso l’osservazione e le attività di ricerca e la Natura come l’insieme degli esseri viventi, animali e vegetali, e delle cose inanimate
Primo incontro il 9 maggio, dal titolo “Il ritorno dei Grandi Carnivori”, un racconto per immagini sui grandi predatori della montagna, per riscoprire i loro habitat e le loro abitudini, alla ricerca di una possibile coesistenza con l’Uomo. Protagonisti della serata saranno: Gabriele Menis, fotoreporter e fotografo professionista che fin da bambino coltiva una forte passione per il Grande Nord e la neve. Studia e immortala gli orsi nel loro ambiente da più di dieci anni tra Slovenia, Croazia, Canada, Stati Uniti, Abruzzo e Friuli-Venezia Giulia con grande attenzione alla tutela del loro habitat naturale. Davide Palumbo, biologo, esperto di fauna vertebrata, che dal 2002 si occupa di ricerche sui grandi carnivori ed è un esperto divulgatore delle tematiche legate alla conservazione della biodiversità.

Il 16 maggio appuntamento con Michele Zanetti, saggista, scrittore, naturalista la cui “aspirazione suprema è la “conversione del mondo” alla cultura naturalistica, ma anche alla difesa della biodiversità e della bellezza che il sistema naturale, la sola vera divinità di questo pianeta, esprime”. Presenterà Alberi e Boschi del Friuli-Venezia Giulia – Dalla Laguna di Grado alle Dolomiti Friulane, multivisione narrata che condurrà gli spettatori in un’escursione virtuale nella ricca realtà del panorama forestale friulano, alla scoperta di un patrimonio da conoscere e da difendere. L’ampiezza altitudinale compresa tra il livello del mare e i 2700 metri è caratterizzata da una notevole diversità ambientale. Ricca quindi è la dotazione di vegetazione forestale, con decine di specie arboree e di formazioni boschive, cui si sommano quelle dovute alla millenaria opera dell’uomo.
Nell’incontro del 23 maggio, Dario Gasparo – biologo, divulgatore, fotografo e videomaker – proverà a dare risposta ad alcune delle domande cruciali che tutti ci stiamo ponendo. Qual è la realtà della situazione cui stiamo andando incontro? Come si adattano gli organismi viventi al repentino riscaldamento globale? Con una serie di animazioni e grafici dinamici di ESA e NASA, Gasparo proporrà la tematica “Evidenze del cambiamento climatico: cosa dice la scienza” partendo dal pregresso storico per immaginare il futuro secondo quanto calcolato da centinaia di ricercatori dell’IPCC – Intergovernamental Panel on Climate Change – che svolgono le loro ricerche in tutto il mondo.

Animiamoci!

Quattro settimane per giocare con le immagini fisse e in movimento, sperimentare le tecniche di ripresa cinematografica, la recitazione, la scrittura di uno storyboard, le illusioni ottiche ed il precinema….per piccoli/grandi registi!
Ogni settimana vivremo la magia del cinema, mettendo alla prova la nostra creatività! Non mancheranno visite guidate alla scoperta dei segreti di Cinemazero, come gli archivi di fotografie, pellicole… proiezioni in sala e visite alla cabina di proiezione!
I laboratori saranno tenuti da professionisti del settore e da formatori esperti di didattica del cinema e dell’audiovisivo di Cinemazero riconosciuti dal Piano Nazionale Cinema e Immagini per la scuola.

I laboratori si terranno presso la Mediateca di Cinemazero
Palazzo Badini, 2
33170 Pordenone
Dalle ore 8,45 alle 13,30

CALENDARIO ATTIVITA’

24-28 giugno
TI PRESENTO UN EROE
Fumetto e scrittura creativa ci aiuteranno a creare personaggi fantastici e avventure incredibili, per realizzare una vera e propria sceneggiatura cinematografica dalla quale prenderà vita un nostro mini-film!

01-05 luglio
Bagagli e abbagli
Partiamo! Portiamo con noi curiosità e fiducia per trovare strade nuove da percorrereinsieme… Qual è la meta? Scoprire e sperimentare diversi modi per comunicare ed esprimersi, mettendoci alla prova nella messa in scena di una storia da interpretare per il video. Bagaglio leggero, tanti gli abbagli… perché giocheremo a trasformare gli errori in illuminazioni!

08-12 luglio
La forma della luce
Fin dalla preistoria l’uomo racconta storie con la luce plasmandola, proiettando ombre e colori, dando vita a miti e illusioni. Anche noi esploreremo le magiche potenzialità della luce, sperimenteremo materiali nuovi (naturali, oggetti di riciclo, acqua e liquidi colorati, sabbia) con cui creeremo paesaggi e personaggi per raccontare storie a volte molto luminose e a volte più buie!

15-19 luglio
“CINEMABLOOM!”: Scoprire, costruire, raccontare
Un viaggio di scoperta di alcuni elementi che fanno parte della storia del cinema e del precinema: Dal teatro delle ombre, ai diorami teatrali, fino alle sagome e silhouette in movimento per arrivare alle telecamere, schermi e proiezioni… un’esperienza appassionante per cineavventurieri!

COSTO:
90 euro a settimana (se fratelli la seconda quota sarà scontata del 10%)
80 euro dalla seconda settimana

Info e iscrizioni: didattica@cinemazero.it
0434/520945

Un cinéphile militante

___________________________________________________________________________

                     Dove la mano dell’uomo non aveva messo piede …

                                                                           sentieri di cinema!

Di Andrea Crozzoli

«Andavo quasi ogni sera a cena con Pasolini, Moravia e i loro amici. Questa è stata la mia università!» ci disse sorridendo Bernardo Bertolucci mentre in auto percorrevamo la strada da Pordenone a Casarsa. Era venuto in Friuli Bertolucci per presentare Piccolo Buddha (1993) ed aveva espresso il desiderio di andare a Casarsa, alla tomba di Pier Paolo Pasolini.

Nel percorso chiese di conoscere di più e meglio le origini di Cinemazero e di fronte al fatto che nessuno di noi aveva una specifica formazione cinematografica universitaria ci raccontò del suo percorso formativo a fianco non solo di poeti e scrittori ma anche a fianco di un critico, saggista e organizzatore culturale come Adriano Aprà che scelse poi, nelle vesti di attore, in Agonia uno degli episodi del film collettivo Amore e rabbia (1969).

E proprio Adriano Aprà era la liaison che ci univa nella nostra formazione di cinéphile ad oltranza, formatisi sul campo.

Adriano Aprà ci ha lasciato il 15 aprile 2024, ad 83 anni, e la mente corre subito agli anni Ottanta del secolo scorso quando andavamo a Pesaro per seguire la Mostra Internazionale del Nuovo Cinema che lo vedeva in prima linea accanto ai fondatori Lino Micciché e Bruno Torri. Un festival nato nel 1965 che ha, di fatto, figliato innumerevoli altre manifestazioni in giro per la penisola come il Festival di Salsomaggiore, quello di Torino e così via.

Pesaro in quegli anni era una tappa obbligata per chi amava il cinema. Un momento formativo importante per generazioni di cinéphile, grazie soprattutto alla curiosità infinita di persone come Aprà che “ha sempre promosso un percorso di approfondimento di cinematografie meno conosciute senza dimenticare autori capaci di proporre un cinema al di là dei codici prestabiliti e lavorando molto sul cinema della non fiction senza distinzioni tra finzione e documentario”. Memorabile fu la retrospettiva sul cinema americano indipendente, novità assoluta per quegli anni, con anche momenti di spassosa ilarità quando il traduttore in simultanea in cuffia trasformò un sospirato “Jesus!” mormorato sullo schermo da Dennis Hopper per lo scampato pericolo in “Madonna!”, suscitando grandi applausi in sala.

Aprà era un grandissimo direttore di festival, un organizzatore culturale visionario e anticipatore, una persona curiosa e aperta al nuovo, un instancabile catalogatore di cinema, di immagini, di inquadrature e con la sua sagace ironia trasmetteva tutto questo e noi rubavamo con gli occhi; imparavamo l’abc di come si fanno bene le cose di cinema. Non per nulla anche Alberto Barbera, direttore della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, ha dichiarato: «Per un’intera generazione di spettatori, alla quale anch’io appartengo, è stato un maestro e un interlocutore privilegiato».

Nel 1966 Aprà, a soli 27 anni, fondò con altri la rivista Cinema&Film ed aprì il suo primo editoriale con le parole di Godard: «Per me il tempo dell’azione è passato. Sono invecchiato. Comincia quello della riflessione!».

Tempo della riflessione che gettò, all’epoca, un sasso nell’immobile stagno della critica e della storiografia cinematografica italiana; una riflessione scaturita attraverso una rivista realizzata grazie anche all’interessamento di Pier Paolo Pasolini che pregò Garzanti di intervenire finanziando e distribuendo il periodico.

Venne anche per molti anni a Pordenone, e non poteva essere diversamente per Aprà, onnivoro divoratore di immagini, per seguire Le giornate del cinema muto e nel 2017 per il Pordenone Docs Fest curò anche il saggio Breve ma veridica storia del documentario. Dal cinema del reale alla nonfiction (Edizioni Falsopiano).

Accanto alla sua sterminata produzione letteraria e saggistica, di operatore culturale e molto altro ancora, Adriano Aprà si pose anche davanti alla macchina da presa, non solo per Bernardo Bertolucci ma anche per Mario Schifano dove all’inizio del suo film Satellite lesse una sorta di proclama sui film del futuro: «Cinema di sangue e di rabbia sterminatrice, piani-sequenza che accumulano cadaveri, colori, gag, week-end. Cinema di scambi e di pensieri tra me e te e te: me regista, te attore, te spettatore. Primo vero cinema di parola. ‘La mano che infligge la ferita è anche quella che la guarisce’, ha detto qualcuno. Ecco, tra il cinema della violenza e il cinema della ricostruzione, non voglio, non devo scegliere!». Forse la più bella dichiarazione critico-teorica di un cinéphile militante qual’era sempre stato Adriano Aprà.