FMK 2022
Il 28 luglio scorso si è chiusa con un grande successo la XVIII edizione di FMK, il festival estivo di cortometraggi targato Cinemazero. Nella nuova casa di via Brusafiera, presso l’ormai familiare arena UAU, il pubblico ha avuto modo di assistere a una panoramica sul meglio della produzione breve internazionale degli ultimi anni. Non solo: come da tradizione del festival, le proiezioni serali sono state soltanto il culmine di un programma culturale esteso lungo tutta la giornata. Al mattino, i laboratori pensati su misura per bambini e giovanissimi in genere – beninteso, senza alcun tipo di ostracismo nei confronti degli adulti curiosi; al pomeriggio, le masterclass condotte da professionisti del settore dell’audiovisivo; in orario d’aperitivo, le presentazioni di libri e gli incontri tematici, seguiti dai dj-set e affiancati dal live painting di Alberto Panegos; dopo le proiezioni, i concerti di artisti locali – ma anche di fama nazionale come The Sleeping Tree. A completare l’arena la “Mostra Triangolare di Cinema all’Aperto” con manifesti cinematografici pensati e realizzati da Testi Manifesti, ospite anche di un approfondimento sul rapporto tra grafica e cinema.
Difficile dare conto in breve della miriade di momenti indimenticabili di una rassegna pensata e organizzata dai membri più giovani dello staff di Cinemazero, animata dalla presenza di decine di studenti universitari – provenienti da tutta Italia – che il festival ha ospitato e coinvolto in prima persona in veste di giurati per l’assegnazione del premio Young. La straordinaria disponibilità mostrata dagli ospiti ha consentito loro di estendere il dialogo ben oltre i confini ristretti degli incontri “istituzionali”. A questo proposito, è impossibile non fare un plauso ai membri della giuria: Laura Samani, Lorenzo Bianchini e Stefano Giacomuzzi. I primi due hanno regalato agli studenti la possibilità di partecipare a proiezioni private dei loro acclamati film, Piccolo corpo e L’angelo dei muri, al termine delle quali si sono intrattenuti a lungo a discutere, ragionare, ponderare su ogni dettaglio. Stefano Giacomuzzi, presente alla giornata clou delle premiazioni, si è a sua volta inserito nel clima informale e interattivo del festival con grandi naturalezza e disponibilità. A fare da ideale trait d’union tra lo staff di Cinemazero e gli universitari è stato lo Young Club di Cinemazero, attivo su tutti i fronti, dalla selezione dei corti alla gestione degli incontri, passando per l’impegno in giuria Young: un coinvolgimento vero e fattivo, che le ragazze e i ragazzi hanno affrontato con dedizione e autentica professionalità, nello spirito di un progetto che ha sempre messo in primo piano un’idea di partecipazione diretta e non accessoria. A tal punto diretta da puntare a un record: la conduzione delle serate è stata affidata a Marta Consolaro, una ragazza dello Young Club che non ha ancora compiuto sedici anni e che, accompagnata da un conduttore esperto come Giulio Gasparin, ha dimostrato un invidiabile capacità di gestione dei tempi e di interazione con il pubblico.
La selezione, come d’abitudine, ha visto alternarsi corti di fiction tradizionale a corti d’animazione. Questi ultimi sono stati scelti con l’aiuto decisivo di Elisa Turrin – in arte Upata –, fumettista e illustratrice di Cordenons, all’esordio nello staff del festival. Grande affluenza ha registrato la serata più attesa, quella dedicata all’horror: per l’occasione, a condurre è stata Paulonia Zumo, nota speaker di Radio Rock e grandissima appassionata del genere. Al termine, i vincitori sono risultati i seguenti cortometraggi:
Premio della Giuria: Gravedad di Matisse Gonzalez, con menzione speciale per The Surrogate di Stas Santimov
Premio Young: La notte brucia di Angelica Gallo
Premio del Pubblico: Exam di Sonia K. Haddad
Dall’animazione profondamente pedagogica di Gravedad allo sguardo autentico sulla realtà de La notte brucia, passando per il thrilling atipico dell’iraniano Exam (passato anche al Sundance), il festival ha confermato anche attraverso le scelte delle giurie la sua eterogeneità e la sua capacità di offrire uno sguardo caleidoscopico e privo di categorizzazioni preconcette sul mondo del cinema breve.
Le masterclass hanno dato spazio a voci eminenti del panorama nazionale. Laura Samani – David di Donatello alla miglior regista esordiente per Piccolo corpo – ha aperto il ciclo con una splendida lezione sul percorso che l’ha condotta dalla forma breve al lungometraggio d’esordio. In particolare, la regista triestina si è soffermata a lungo sul carattere aleatorio che contraddistingue l’arte della messinscena: un film è certamente fatto di intuizioni geniali concepite a tavolino in fase di scrittura, ma trae la sua linfa anche dall’imprevisto, dal casuale, dal contingente. Una sorta di “bagno di realtà” che ha rimesso al suo posto certa retorica autorialista, incentrata sul principio fallace dell’autore-demiurgo che tutto pensa, tutto controlla, tutto traduce immediatamente in immagini – quasi operasse in vitro. Il successivo appuntamento ha messo a confronto due giovani autori italiani, l’uno affermatosi nel Paese natio (Andrea Gatopoulos), l’altro negli Stati Uniti (Edoardo Vitaletti). L’incontro si è trasformato in breve in un vero e proprio convegno industry, durante il quale i due hanno dibattuto con grande passione sulle differenti modalità produttive e sulla diversa attenzione per i talenti emergenti che distinguono le realtà in cui operano. A chiudere la tre-giorni è stato Cosimo Bruzzese, affermato regista di videoclip (e non solo): dopo un excursus introduttivo sull’attività personale, la lezioni si è risolta in una discussione aperta con giovani autori di videoclip del territorio, i quali hanno utilizzato i loro lavori come punto di partenza per una riflessione su stili, tecniche e tendenze del video musicale.