TANTI AUGURI LILIANA CAVANI
La foto del mese non poteva che essere dedicata a Liliana Cavani che il 12 gennaio del 1933 nasceva a Carpi in provincia di Modena. Cinemazero custodisce infatti un ampio patrimonio fotografico dedicato alla regista. Quest’ultima, nonostante i novant’anni d’età si accinge a concludere le riprese del suo ultimo film dedicato al tema filosofico del “tempo”. Nel 2016, con l’inaugurazione della nuova fase progettuale di Pordenone Docs Fest – Le voci del documentario Liliana Cavani è stata ospite a Pordenone e a lei è stata dedicata un’ampia retrospettiva dei suoi lavori di documentario ricordando in particolare gli inizi della sua carriera, non noti ai più ma invece fondamentali per comprendere la sua cinematografia successiva e di fama internazionale. Nella stessa occasione è stato pubblicato un’importante volume (Liliana Cavani, Follia, Santità, Potere, Povertà edito da Cinemazero e dal festival) che raccoglie tutti gli scritti e gli interventi critici della Cavani apparsi in contesto pubblico e inerenti il cinema e l’audiovisivo si è trattato di un’autentica scoperta perché mai nessuno aveva messo assieme una produzione di interventi spesso sintetici ma, come nella tradizione e nel carattere della regista, particolarmente significativi seppur nella loro forma netta icastica e sintetica, efficaci e incisivi. Da allora il lavoro sull’opera di Liliana Cavani è stato costante (si ricorda anche il ritrovamento e restauro di Liliana Cavani, interno berlinese, portato dagli archivi di Cinemazero in prima mondiale al festival Il cinema ritrovato a Bologna) e di pari passo è andato lo sviluppo di un rapporto diventato di stima reciproca con la intellettuale e regista carpigiana. Memorabile l’occasione di visita insieme al team di Cinemazero e di Pordenone Docs Fest – Le voci del documentario a Casarsa della Delizia per incontrare Elio Ciol che era stato fotografo di scena per il “primo” Francesco d’Assisi (1966) realizzato dalla Cavani: per i due l’occasione è stata di un incontro commovente ed estremamente intenso, già che non si vedevano da allora e perché durante la loro vita hanno condiviso molti valori basati sulla riflessione costante sul tema del fede e del vivere la religiosità. Con l’augurio che a questa candelina ne susseguono tantissime altre …e che ognuna di queste porti un altro film, nella rubrica di questo mese pubblichiamo una foto di Gideon Bachmann sul set de Il portiere di notte (1985) uno dei film più intensi e controversi, ma particolarmente significativo se rivisto oggi, della Cavani.