Riscoprire il cinema muto nell’era dei social network
Si conclude con la fine di maggio il progetto di Cinemazero dedicato alle scuole secondarie di primo e secondo grado
Riuscire ad affascinare i giovani grazie alla magia senza tempo del cinema muto, nell’era dei social network è possibile. Lo hanno dimostrato le attività formative realizzate durante quest’anno scolastico, con gli studenti della Scuola secondaria “Balliana-Nievo” di Sacile e dell’Istituto Superiore Statale “Marconi” di Conegliano. Il progetto “Riscoprire il cinema muto nell’era dei social”, con capofila Cinemazero, è stato realizzato nell’ambito del Piano nazionale di educazione all’immagine per le scuole (CIPS), promosso dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, in collaborazione con un’ampia rete di partner: la Cineteca del Friuli, Zerorchestra, Teatro Verdi di Pordenone, Le Giornate del Cinema Muto, il Museo del Precinema – Collezione Minici-Zotti di Padova.
«L’audiovisivo ha enormi potenzialità in ambito didattico», è il commento di Elena D’Incà, responsabile dei progetti formativi di Cinemazero. «In più, il cinema muto offre la possibilità di unire alle immagini la musica, offrendo ai ragazzi la possibilità di esprimere la loro creatività. In un’epoca dominata dalla comunicazione via social, rapidissima, frammentaria e spesso vacua, il progetto ha chiesto agli studenti di confrontarsi attivamente, tramite la musica e gli strumenti multimediali, con la straordinaria attualità di un linguaggio eterno e universale».
Un centinaio gli studenti coinvolti, per un totale di oltre cinquanta ore di formazione: il progetto ha saputo attualizzare le modalità espressive del cinema muto, attraverso il coinvolgimento diretto e attivo degli studenti, esplicitato tramite un lavoro creativo di musicazione e sonorizzazione di corti d’epoca e la realizzazione guidata di piccoli film muti. La prima fase si è concentrata sulla contestualizzazione storica e tecnica della cinematografia precedente all’introduzione del sonoro, con un approfondito percorso di analisi delle specificità del linguaggio visivo del film muto, una serie di lezioni sulle forme dell’interazione tra musica, sonoro e immagini; visite guidate presso l’importante sede museale del Museo del Precinema di Padova, una lezione-spettacolo della Zerorchestra, che ha musicato “Preferisco l’ascensore!” (1923) di Fred C. Newmeyer e Sam Taylor, con il grande Harold Lloyd. Nella fase più propriamente pratica, accompagnati dai formatori, i docenti di musica e i ragazzi coinvolti nel progetto hanno prodotto ex novo la colonna sonora di un corto muto d’epoca, scelto da una selezione di pellicole provenienti dall’archivio della Cineteca del Friuli. La Balliana Nievo ha musicato “Ridolini cameriere” (1919) di Larry Semon, mentre il Marconi “The Great Vacuum Robbery” (1915) di F. Richard Jones, Clarence G. Badger e Harry Williams. Le classi non appartenenti agli indirizzi musicali hanno realizzato da zero un corto muto, guidati da un videomaker professionista dalla fase dell’elaborazione del soggetto a quella del montaggio definitivo.
Il progetto ha dimostrato che l’analisi e la pratica delle forme espressive del cinema muto, apparentemente così distanti dalla sensibilità contemporanea, costituiscono in realtà una lezione di sconcertante attualità: in tempi in cui la comunicazione via social sembra riportarci a una dimensione pre-verbale, comprendere in profondità il lessico delle immagini in movimento e la sua relazione con il linguaggio musicale non è un volgere indietro lo sguardo, ma aiuta invece a capire il mondo ipermedializzato che abitiamo.