Cinema e povertà educativa
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Dove la mano dell’uomo non aveva messo piede …
sentieri di cinema!
Di Andrea Crozzoli
Numeri che parlano da soli: Italia 2022 con 44 milioni di spettatori al cinema; Francia 2022 con 151 milioni di spettatori al cinema.
Se poi guardiamo al futuro, ovvero ai giovani, i dati sconfortanti dell’Italia assumono una dimensione tragica con il 76% dei minori che in Italia non svolge alcuna attività ludico-creativa; il 53% non è mai stato al cinema e l’89% non è mai entrato in un teatro.
Una prospettiva di povertà educativa agghiacciante se pensiamo che i primi anni di vita sono il periodo cruciale per lo sviluppo dei bambini, delle capacità e competenze cognitive, non cognitive e fisiche. Quale futuro stiamo preparando?
In Italia, sono oltre 2 milioni i minori ed adolescenti che vivono in povertà educativa, quasi un quarto (il 23% esattamente) del totale della popolazione in questa condizione. Una delle dimensioni più gravi e inesplorate della povertà minorile è, infatti, la povertà educativa, ovvero la privazione, per i bambini e gli adolescenti, dell’opportunità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni. La povertà educativa si manifesta, quindi, come privazione delle competenze cognitive, fondamentali per crescere e vivere in una società contemporanea sempre più caratterizzata dalla rapidità dell’innovazione e dalla conoscenza; ma si traduce anche nel mancato sviluppo delle capacità cosiddette “non-cognitive” quali la motivazione, l’autostima, le aspirazioni ed i sogni, la comunicazione, la cooperazione, l’empatia, che sono altrettanto fondamentali per la crescita dell’individuo ed il suo contributo al benessere collettivo. Da non trascurare inoltre il carattere multi-dimensionale della povertà educativa come l’apprendere per comprendere o per rafforzare la motivazione, la stima in se stessi e nelle proprie possibilità; la capacità di controllare i propri sentimenti anche nelle situazioni di difficoltà e di stress o la capacità di relazione interpersonale e sociale in quanto individui sociali, così come apprendere per condurre nella crescita una vita autonoma ed attiva. Colpendo i minori nel periodo più vulnerabile della loro esistenza, la povertà educativa determina uno svantaggio che difficilmente poi potrà essere colmato nell’età adulta. Un ruolo altrettanto importante per l’acquisizione di capacità e competenze da parte del bambino è assolto dal contesto educativo e culturale offerto dal territorio, la cosiddetta “comunità educante” fuori dalle pareti domestiche e scolastiche. La povertà educativa può quindi anche essere misurata attraverso la mancata partecipazione dei bambini ad attività ricreative e culturali extra-curricolari (quali andare al cinema, a teatro, concerti, musei, mostre, ecc.). Il piacere di stare con gli altri, la capacità di vincere la solitudine, di stare bene in compagnia, ma anche la motivazione nel perseguire uno scopo nella vita, la voglia di cogliere opportunità per crescere educativamente. I servizi educativi per la prima infanzia rappresentano un intervento chiave per sconfiggere la povertà educativa, rappresentano componenti essenziali del bagaglio educativo dei minori. L’utilizzo delle quali, se finalizzato, in particolare, all’attività formativa, è associato ad una minor povertà cognitiva. La scuola gioca in tutto questo un ruolo cruciale nello sviluppo, o meno, della capacità dei bambini di comprendere, di essere, di vivere insieme e di fare. I metodi di insegnamento dovrebbero ispirare gli allievi ed incoraggiare la loro partecipazione ed interesse. Essere poveri dal punto di vista educativo significa anche essere privati dell’opportunità di apprendere, di essere, di vivere insieme e di fareattraverso la cultura, la bellezza e le buone relazioni. La cosiddetta ‘comunità educante’ gioca un ruolo fondamentale nel prevenire la povertà educativa attraverso la partecipazione ad attività culturali (cinema, teatro, concerti, musei, mostre) che contribuiscono allo sviluppo delle competenze psicomotorie, emotive e sociali dei bambini. Partecipando a queste attività i bambini vengono aiutati ad allargare i propri orizzonti, a rilassarsi e a sentirsi parte integrante della società. La partecipazione ha anche un impatto positivo sulle loro competenze cognitive, sulla motivazione e sull’apprendimento. Occasione importante per stringere, inoltre, nuove amicizie considerate ulteriore fonte di apprendimento, poiché aiutano i bambini a sentirsi parte di una comunità e a sviluppare le loro competenze socio-emotive. La “povertà educativa” diviene dunque il terreno comune di azione per la “comunità educante”. L’auspicio è che, come comunità educante, si riesca a formare nuove generazioni di frequentatori della sala cinematografica per illuminare davvero il futuro dei bambini e del nostro Paese.