L’Italia cinematografica in Costa Azzurra
di Andrea Crozzoli
I gradini di una lunga scalinata che conduce in alto, oltre le nuvole, in una laica ascensione, per indicarci la strada di un poetico rinnovamento rappresentato dal cinema, come momento di riflessione e di reinvenzione del nostro futuro. Tutto questo sembra raccontarci il bellissimo manifesto ufficiale della 75ma edizione del Festival di Cannes che, dal 17 al 28 maggio, presenterà il meglio di quanto prodotto, in questa ultima stagione, dal cinema mondiale.
E per presentare tutto il meglio Cannes è costretto a frequentare il cinema alto e basso, sia in termini artistici che di budget. Ma non ci interessa tanto il Top Gun: Maverick di Joseph Kosinski con l’inossidabile Tom Cruise, assente dalla Croisette da trent’anni, ossia dal 1992 dove accompagnò all’epoca Cuori ribelli (Far and Away) di Ron Howard, al quale i giornali pop dedicheranno pagine e pagine; oppure l’altra attesa anteprima mondiale Elvis di Baz Luhrmann con l’efebico Austin Butler e il maturo Tom Hanks dove si narra la vita del grande Elvis Presley. A nostro avviso, invece, Cannes è particolarmente interessante per ripercorrere quella scala, riportata sul manifesto, alla ricerca di nuovi orizzonti, di nuove connessioni filmiche, di piacevoli scoperte, o conferme, di autori fino a quel momento sconosciuti ma che segneranno la storia del cinema di domani. Le prime connessioni già emergono con il film di apertura del festival Coupez (Final Cut) di Michel Hazanavicius, non tanto per le polemiche suscitate dall’originario titolo che doveva essere Z (Comme Z) subito rimosso dopo le proteste ucraine, quanto perchè il film è il remake del giapponese Zombie contro zombie (One Cut of the Dead) di Ueda Shinichiro, un horror-comico su un gruppo che vuole girare un film sugli zombie e viene assediato, invece, da veri morti viventi. Film a suo tempo lanciato e premiato, non poteva essere altrimenti, dal Far East Film Festival di Udine nel 2018. Il cinquantacinquenne regista francese Hazanavicius è salito agli onori nel 2011 con il pluripremiato The Artist, un sentito e doveroso omaggio al cinema del periodo muto.
Altre connessioni che coinvolgono l’Italia in progetti internazionali, le ritroviamo in questa co-produzione Le otto montagne della coppia belga (anche nella vita) Charlotte Vandermeersch e Felix Van Groeningen; un adattamento del romanzo di Paolo Cognetti Le otto montagne interpretato dai nostri divi Luca Marinelli e Alessandro Borghi. È la storia di Pietro che vent’anni dopo, tornerà in montagna, dove da bimbo trascorreva le estati, per cercare di fare pace con se stesso e il suo passato. Van Groeningen non è nuovo a questi temi relazionali, nel 2018 aveva diretto con notevole successo My Beautiful Boy con Steve Carell e Timothée Chalamet, su un padre e un figlio il cui rapporto è messo a dura prova dalla tossicodipendenza del ragazzo.
In concorso, poi, battente ufficialmente bandiera italiana Mario Martone che, con Nostalgia, ritorna nella sua Napoli per raccontare, tra i vicoli del rione Sanità, la storia, tratta da un romanzo di Ermanno Rea, di Felice (interpretato da Pierfrancesco Favino), dopo 40 anni di lontananza dalla sua città.
Altro pezzo d’Italia con Andrea Occhipinti e la sua Lucky Red coinvolta nella produzione di Les Amandiers per la regia di Valeria Bruni Tedeschi con Louis Garrel. La Bruni Tedeschi è presente nel concorso ufficiale con la storia di Etienne, Stella e Adèle, tre ventenni che, superato l’esame di ammissione alla scuola di Teatro, si ritrovano ad affrontare i primi grandi cambiamenti ma anche le prime tragedie.
Ma l’Italia è anche presente alla Quinzaine des Réalisateurs con Pietro Marcello e il suo L’envol, racconto popolare, musicale e storico, al confine con il realismo magico. In questo nuovo lungometraggio, in prima mondiale, scritto dallo stesso Pietro Marcello con Maurizio Braucci, Maude Ameline e con la partecipazione di Geneviève Brisac, nel cast troviamo ancora Louis Garrel. Dopo il grande successo oltralpe di Martin Eden (2019) questo è il primo film realizzato in Francia da Pietro Marcello, liberamente ispirato a Le vele scarlatte di Aleksandr Grin, scrittore russo pacifista del XX secolo, e ambientato nel profondo nord francese dove la protagonista Juliette, spirito solitario, appassionata di musica e di canto, un giorno, lungo la riva di un fiume, incontra una maga che le predice una profezia inquietante alla quale, da quel momento, non smetterà mai di credere.
Sempre la Lucky Red di Andrea Occhipinti porta a Cannes nella sezione Premiere la serie televisiva Esterno Notte di Marco Bellocchio sul rapimento e l’assassinio di Aldo Moro che sarà poi presentato nelle sale in due parti, la prima dal 18 maggio e la seconda dal 9 giugno per arrivare in autunno sugli schermi televisivi di Rai1. Nel cast Fabrizio Gifuni nei panni di Aldo Moro, Margherita Buy in quelli della moglie Eleonora Moro, Toni Servillo in quelli di Paolo VI mentre Fausto Russo Alesi sarà Giuseppe Cossiga. «Quello che Marco Bellocchio ha realizzato è un vero capolavoro. Il racconto di un momento cruciale della storia – ha dichiarato Andrea Occhipinti – del nostro paese e non solo, di una generazione, di una famiglia, di un uomo. Un grande film avvincente e tremendamente attuale».
L’Italia sarà presente anche nella giuria ufficiale con Jasmine Trinca, una delle più affascinanti, intelligenti e sensibili giovani attrici del nostro cinema, protagonista del film Palma d’Oro 2001 La stanza del figlio di Nanni Moretti, e sarà a fianco di Vincent Lindon, presidente di giuria, e Rebecca Hall, Deepika Padukone, Noomi Rapace, Asghar Farhadi, Ladj Ly, Jeff Nichols e Joachim Trier per assegnare l’ambitissima Palma d’Oro 2022. Ma lo sguardo di Cannes non poteva ignorare, in questo tragico periodo, l’Ucraina e, dopo essere passato per Bologna dove ha presentato Maidan e Donbass, il regista ucraino Sergei Loznitsa accompagnerà sulla Croisette il suo nuovo film The Natural History of Destruction come proiezione speciale in anteprima assoluta. Ma il cinema ucraino troverà spazio anche in Un Certain Regard con l’atteso promettente esordio di Butterfly Vision per la regia di Maksym Nakonechnyi. Ed essendo luogo di cultura, scambio e civiltà, il Festival presenterà anche il regista esule russo Kirill Serebrennikov con Tchaikovski’s Wife. Tutto questo è solo un assaggio del lungo e sapido pranzo cinematografico che, come da tradizione, si consuma ogni anno a maggio sulla Costa Azzurra!