BUON COMPLEANNO FEDERICO! Nel centenario della nascita del grande Fellini, un evento unico a Cinemazero!
Il 20 gennaio 1920 nasceva Federico Fellini, forse il più grande regista italiano di sempre, di sicuro quello più noto in Italia e soprattutto all’estero. Cinemazero detiene uno dei patrimoni più ricchi e rari al mondo sul maestro riminese, fatto di centinaia di ore di interviste inedite con il regista e tutti i suoi collaboratori, decine di migliaia di fotografie (negativi originali, stampe positive, diapositive), e moltissimi e rari materiali video, che coprono più o meno tutta la sua carriera.
L’archivio è frutto dell’acquisizione di tutti i fondi di Gideon Bachmann, amico di Fellini, giornalista e documentarista, al sua fianco praticamente per tutta la sua carriera…
Fra i materiali brillano proprio i film girati da Bachmann stesso, molti in pellicola, ora conservati presso l’Archivio Cinema del Friuli Venezia Giulia – Cineteca del Friuli. Unici backstage completi sui set di Fellini, sono stati da poco restaurati, grazie al laboratorio L’immagine ritrovata della Cineteca di Bologna e tornano a nuova vita: nel solo mese di gennaio verranno proiettati a Milano, Lisbona, Vilnius, Barcellona, Roma, Istanbul…E a Pordenone, luogo dove l’archivio vive e viene valorizzato: il 20 gennaio a Cinemazero verranno proiettati nella nuove versioni (anche con materiali inediti!) di Ciao, Federico!, Fellinikon e il mai visto FMM – Fellini Masina Mastroianni.
In Ciao, Federico! Gideon Bachmann cattura l’atmosfera magica del rutilante set di Satyricon. C’è tutto della inimitabile macchina cinematografica di Fellini: ironia, risate, urla, scherzi e battute salaci, direzione degli attori spietata pur di raggiungere l’obbiettivo, scenografie e costumi spettacolari, intuizioni geniali, la creatività inarrestabile e camaleontesca del regista in dialogo/contrasto costante con le problematiche del set e della produzione… Poi, l’eccezionale atmosfera del film calata nell’epoca: l’unicità assoluta di un set di Fellini, mondano, atteso, partecipato e visitato da tutti (sul set appaiono perfino Roman Polanski e Sharon Tate), un cast ammantato di un’aura post sessantottina, una “tribù” umana variopinta e per certi versi incontrollabile… Bachmann, con verve autoriale – lavorando molto sul montaggio, accostando interviste posate e materiale d’archivio (documenta Fellini ininterrottamente dal 1956) – racconta senza fronzoli un momento delicato della carriera del regista riminese, in cui sembra cercare una nuova strada, un nuovo modo di rapportarsi con il racconto e con la realtà. Bachmann ci consente di entrare nella psicologia felliniana senza bussare, spingendo la sua macchina da presa e i suoi microfoni addosso al regista in modo che ogni filtro, ogni distanza di cortesia, salti. Appaiono contrasti profondi: tutto ruota attorno al “demiurgo”, tutto dipende da lui, ma la sua solitudine e irrequietezza permangono come malinconica nota di bordone. Dalla collera all’entusiasmo, dall’essere costantemente istrionico per celare le proprie debolezze, il fare cinema di Fellini non ha – come sempre – compromessi e si offre come un profondo “dramma creativo”. Un tributo cinematografico, dunque, delicatamente dolente, che è anche un meraviglioso documentario su cosa significhi “fare cinema” e creare artisticamente.
Ciao, Federico!, canta Bachmann, perchè intuisce che la strada intrapresa da Fellini non si sa dove lo porterà… Quel che è certo è che per colpa di questo documentario, forse troppo diretto, troppo privato, troppo rivelatorio, Fellini non parlerà a Bachmann – amico di lungo corso – per diversi anni.
Fellinikon è un film di montaggio, ritmato ed eccentrico per effetti visivi, che racconta la preparazione e le riprese di alcune scene – in interno ed esterno – del Satyricon di Federico Fellini. Diversi sono gli inserti con interviste al regista (di altri e di Bachmann stesso), in cui Fellini rivela alcuni retroscena produttivi e di creazione del film. Un piccolo gioiello per comprendere il genio di Fellini in azione. Del film Bachmann aveva originariamente montato una versione di 33′ minuti, includente anche alcune riprese di Fellini a casa con Giulietta Masina. Questa versione si apriva con una siginficativa dichiarazione di Bachmann: “Fellini segue quotidianamente il nostro lavoro, con gran curiosità. Sospettoso, facendo le fusa come un gatto, mette gli occhi più su di noi che noi su di lui. Fellin…ikon: gli occhi del gatto!”. La versione poi vagliata da Bachmann come definitiva è ridotta quasi di metà…chissà se di mezzo ci fu l’intervento dello stesso regista, proprio per togliere le scene familiari con la Masina?
FMM – Fellini, Mastroianni, Masina, è invece costituito da due interviste inedite sul set di Ginger e Fred. Giulietta Masina da sola, poi Federico Fellini e Marcello Mastroianni in un gustoso duetto, raccontano a Gideon Bachmann – che molto li ha documentati durante tutto il loro sodalizio – la produzione del film che li vede di nuovo riuniti dopo molti anni. Ne emergono le reciproche aspettative, ambizioni, nonché il senso generale del progetto nel particolare momento storico.