Dragoncelli alla Sorrentino
Di Lorenzo Codelli
«I cinquantacinque minuti del mediometraggio non affrontarono mai la commissione di censura, furono in pochi ad apprezzare Dragoncelli di fuoco, la sua regia nervosa (le zoomate, i fermo immagine, i carrelli casarecci, i piani sequenza, il montaggio dinamico), i frammenti pop (le inquadrature speculari, le istantanee grottesche, i colori vividi e l’infallibile costruzione sonora), il suo mosaico citazionista (Poul Bocuse finito tra i ringraziamenti per l’«inesauribile fonte d’ispirazione» del suo libro La cuisine du marché, Quell’oscuro oggetto del desiderio di Luis Buñuel citato nell’unica sequenza erotica del film, il campione di scacchi Bobby Fischer il cui nome appare sul quotidiano «La Stampa», Edwige Fenech – «Sei superlativo come ogni tuo piatto, la tua insaziabile Edwige» è scritto su un biglietto indirizzato a Palatone, Emilio Fede che – grazie al montaggio – “intervista” lo chef al tg4 e ancora: Alfred Hitchcock, David Bowie, Andrea Mingardi, Gianni Agnelli, i Talking Heads, le immagini in movimento di Paolo da bambino, quattro anni o giù di lì) e l’enigmatico finale sul volto di Palatone. Perché il vincitore del Grembiule di Platino è un cocainomane. E l’ultima ripresa – un primo piano e un sorriso interrotto dello chef – spegne un’ora di lazzi riavvolgendo il film in chiave misterica. Cosa vede il Palatone dell’ultima sequenza? Perché non ride più? C’entra la morte? Dragoncelli di fuoco fu proiettato il 27 novembre 1994 durante le «Giornate del cinema invisibile» del Centro Giovanile e all’Università Federico II…».
In un volumetto scarlatto edito da Bietti, denso, ironico, godibilissimo, spesso redatto in napoletano verace, il sorrentinologo udinese Stefano Loparco ha resuscitato – miraculo ‘e San Gennaro e San Maradona! – le vicissitudini incredibili, l’essenza sfavillante del primo, gastroerotico lungometraggio diretto dal futuro auteur di bijoux quali Le conseguenze dell’amore e La grande bellezza. Se ne consiglia vivamente la fruizione a folle di fan, superfan, fanciulle, fanciulli, oltre a Jep Gambardella, Giulio Andreotti, Tony Pisapia, le ombre premonitrici dei quali vi godrete in mezzo ai dragoncelli infuocati.