Europa Cinemas Innovation Day
Di Marco Fortunato
Quarantatré esercenti da tutta Italia si sono dati appuntamento a Mantova, a margine dei tradizionali Incontri del Cinema d’Essai, per partecipare all’Europa Cinemas Innovation Day il cui obiettivo era quello di dare una risposta ad una semplice quanto non scontata domanda: Come riconnettersi con il pubblico e riportarlo in sala?
Elefante nella stanza, non poteva essere altrimenti, il Covid, con i suoi – ancora oggi – pesantissimi strascichi sul settore cinematografico (dal Green Pass alle limitazioni della capienza) che rendono ancora più complessa l’operazione di riavvicinamento agli spettatori necessaria dopo quasi due anni di latitanza del grande schermo dalle abitudini culturali degli italiani.
Malgrado il contesto però l’entusiasmo non è mancato e sono state davvero molte le esperienze virtuose che abbiamo potuto ascoltare nella due giorni di lavori: dalla campagna di crowdfunding del cinema Nuovo di Varese (che ha raccolto oltre 30mila euro per la ristrutturazione dei locali), all’esperienza di coinvolgimento del pubblico giovane dell’Edera Film Festival, passando per le strategie comunicative del Cinema Victoria di Modena, fino ai progetti didattici per i più piccoli di Circuito Cinema Bologna.
Ma l’argomento più dibattuto è stato certamente quello della gestione dei “big data”, tema considerato fondamentale per poter conoscere i gusti e le tendenze di un pubblico, quello cinematografico, sempre più fluido e dinamico. Sistemi di cassa e programmi gestionali possono oggi infatti “mappare” i comportamenti degli spettatori tenendo traccia dei film visti, degli orari e delle modalità d’acquisto e molto altro. Il punto, al netto dell’esistenza di queste possibilità, è come utilizzarle. Da qui una serie di altre domande: Come fidelizzare i propri spettatori? Come monitorarne (con il loro consenso ovviamente) le abitudini di consumo culturale e come adattare la propria offerta culturale consapevoli che l’obiettivo primario di un operatore culturale non è quello di assecondare i gusti del pubblico – per quello va benissimo l’algoritmo di Netflix – ma di interpretarli e di “svilupparli” creando occasioni di confronto e percorsi di formazione.
Un contributo al tema è stato offerto proprio da Cinemazero che ha presentato le linee guida della propria campagna di tesseramento, tutt’ora in corso. Un’iniziativa, quella legata al tesseramento per la stagione 2021-2022 alla quale abbiamo cercato di dare un impulso particolare grazie alla previsione di speciali pacchetti che, sfruttando un mix di vantaggi economici e di iniziative dedicate, si pone l’obiettivo di riportare in sala il pubblico e stimolare la creazione di un pubblico fidelizzato (e dunque monitorabile).
Il tema è molto complesso e il confronto è stata anche l’occasione per evidenziare le criticità, in primis il rischio che una gestione “informatizzata” del rapporto con il proprio pubblico faccia perdere di vista l’elemento umano che oggi, e sempre di più, rimane il vero valore aggiunto delle sale cinematografiche di qualità. Sale ed esercenti culturalmente preparati che conoscono il proprio pubblico, ne interpretano le esigenze e su questa base elaborano proposte culturali che, attraverso il cinema, aiutano lo spettatore a leggere ed interpretare il mondo e la società.
Ad arricchire ulteriormente la discussione l’esperienza di due relatori internazionali: Maewe Cooke, direttrice della rete access cinema in Irlanda che ha offerto ai partecipanti un focus sul marketing digitale e Rewan Jansen, responsabile marketing del progetto Cineville, realtà olandese specializzata in marketing e nuove tecnologie applicate alle realtà culturali.
Il seminario ha quindi trovato conclusione, come tradizione, nella sessione laboratoriale, durante la quale i partecipanti sono stati chiamati, in gruppi, a fare sintesi delle sollecitazioni ricevute elaborando progettualità concrete. Progetti che, ovviamente, vedranno anche Cinemazero tra i protagonisti.