Pordenone Docs Fest
Le Voci dell’Inchiesta online
di Riccardo Costantini
Si
è conclusa domenica 15 novembre, dopo 5 giorni di streaming on line,
la XIII
edizione del Pordenone Docs Fest –
Le Voci dell’Inchiesta. Il festival di Cinemazero che
per la prima volta in 13 anni si è svolto completamente sul web
sulla piattaforma www.adessocinema.it.
Un
esperimento, necessario per l’emergenza Covid e la chiusura imposta
alle sale cinematografiche, che ha il sapore del successo:
più di 300 persone collegate in diretta sulle pagine social del
festival alla Cerimonia d’apertura con la consegna del premio Il
Coraggio delle Immagini al conduttore della trasmissione
Report Sigfrido
Rannucci;
più di 2000 visioni dei documentari sulla piattaforma on
demand Adessocinema
e oltre 700.000 interazioni – partecipi ed entusiastiche – sul web.
Un riconoscimento importante della qualità della proposta che per la
prima volta varca sul web i confini regionali, vincolati alla
“fisicità” della sala: gli spettatori di questa edizione
provenivano da tutta Italia: dal Friuli Venezia Giulia, fino alla
Sicilia, con picchi in Lombardia ed Emilia Romagna. Così, per certi
versi a Cinemazero si è
particolarmente contenti del risultato di questa edizione.A
marzo col programma pronto per andare in stampa si è dovuto chiudere
le sale e rimandare a ottobre. A fine ottobre, a due settimane dal
festival ci si è visti costretti a trasferire tutto il programma
online. Nonostante la rapidità dello sforzo, la visibilità
nazionale è stata notevole. Trasferirlo su una piattaforma ha
permesso di raggiungere pubblici diversi e lontani, però ci vuole
onestà: il
cinema è un’altra cosa. La
qualità è data dal grande schermo e per i contenuti “impegnati”
del festival è necessaria socialità reale. Cinemazero
è soprattutto il suo pubblico, che
sa riconoscere il valore dei film. Per questo è stata appositamente
scelta una piattaforma che consenta di fare un lavoro simile a quello
cinematografico usuale. Il lavoro culturale non va poi svenduto, è
una questione anche di educazione al consumo. Non si tratta di numeri
di visualizzazioni, per molti facili da “gonfiare”, ma di modi di
uso e risultati di ricaduta. I film presentati arrivano infatti da
tutto il pianeta al festival dopo un immane lavoro di selezione. Solo
le grandi piattaforme possono garantire tanti contenuti – spesso di
scarsa qualità – a prezzi ridotti…e senza dare dati di pubblico.
A Cinemazero non c’è timore a dare i dati, non c’è competizione con
le piattaforme. Offrire cultura on-line ha dimostrato – non solo
per Cinemazero, ma per molti altri – molti limiti, c’è necessità
che il sistema culturale rifletta su dati e risultati, senza voler
inseguire solo i grandi numeri, e sulla scelta di offrire di tutto
gratis o deprezzandolo in forma virtuale. Ci vuole maggiore confronto
e onestà nel dire queste cose: il rischio nel lungo periodo è
infatti che il pubblico si abitui a contenuti gratis, on-line,
caratterizzati dal “mordi e fuggi”, non riconoscendo il grande
lavoro che c’è dietro… e facendo sì quindi che un lavoro profondo
come quello di Cinemazero possa essere considerato – anche
economicamente – pari a quello che possono fare player
internazionali enormi come Amazon e Netflix, sempre in “odore” di
dumping e oligopolio…
Meglio tornare a riflettere su quanto
accaduto al festival: anche se in diretta streaming non è mancata
neanche quest’anno la cerimonia di chiusura con la consegna dei
premi ai documentari in concorso. Valerio
Mastandrea, Anastasia Plazzotta,
distributrice cinematografica e il critico e regista Mario
Sesti hanno
consegnato il Gran Premio della Giuria al film cinese Our
Time Machine dei
registi Yang Sun, S. Leo Chiang e Shuang Liang. “Il documentario”
ha spiegato Mario Sesti “racconta una storia sconosciuta, rivelando
artisti eccezionali.” “Il film che ha vinto” aggiunge l’attore
e regista Mastandrea “mi ha emozionato enormemente. Molto
spesso – e lo dico da uomo che fa questo mestiere – ci
dimentichiamo anche noi che il valore del cinema e dell’arte in
generale è quello di emozionare. E che attraverso le emozioni si
arriva dappertutto, dentro se stessi, in mezzo agli altri.” La
giuria ha voluto anche assegnare anche una menzione
speciale al francese La Cravate,
per il suo stile particolare e inusuale e per un’originalità che,
come sottolineato da Anastasia Plazzotta, ha colpito tutti i giudici
che hanno apprezzato la selezione di grande qualità di Pordenone
Docs Fest. Anche la giuria giovani, composta da ragazzi under30, ha
voluto conferire una menzione
speciale al norvegese The
Painter and the Thief per
il tema trattato (l’amicizia fra una pittrice derubata dei suoi
quadri e il ladro), mentre il premio Young
Award è
andato allo svizzero The
Journey perché
ha saputo emozionare un pubblico giovane con una storia d’amore
senza tempo e senza età, sentimento capace di far superare tutte le
difficoltà della vita. A questo premio si aggiunge anche il
neonato Crédit
Agricole FriulAdria “Green Documentary Award” all’italiano
Beautiful things di Giorgio Ferrero.
Il
desiderio di Cinemazero è sempre stato quello di rendere disponibili
i documentari anche dopo la kermesse festivaliera, proprio per non
esaurire nel solo evento l’enorme lavoro di ricerca e ricaduta sul
territorio. Ora
con www.adessocinema.it questo
è finalmente possibile:
i film saranno disponibili, con tutti gli approfondimenti prodotti
per il festival.