Italiani “brava gente”? 30 film per conoscere, studiare e capire l’Italia coloniale, postcoloniale e decoloniale
di Riccardo Costantini
Un festival dovrebbe avere ricadute di lungo periodo. Al contrario, oggigiorno molte delle kermesse e iniziative culturali, quasi come se fosse il loro statuto, quasi come se dovessero esservi obbligate in nome di logiche “consumistiche”, organizzano incontri, coinvolgono ospiti, propongono approfondimenti che vivono nel tempo effimero della manifestazione, lasciando poco di concreto nel tempo al pubblico e al territorio in cui operano. Un epoca afflitta dalla festivalite, dove se le cose non hanno il carattere di eccezionale e di episodico, non hanno valore.
Al contrario, da sempre Pordenone Docs Fest – Le voci del documentario “utilizza” il cinema del reale come strumento potente di riflessione sull’attualità, sulla società, sulle contraddizioni e sugli aggiornamenti possibili del modo di intendere il presente. I film che porta in Italia in anteprima, spesso, vengono distribuiti – con contenuti aggiuntivi prodotti ad hoc – in Italia, per far sì che sia un lavoro che dura, diffuso e a beneficio di molti. Allo stesso modo il festival produce libri, video, DVD… Senza ambizioni eccessive, ma con l’idea di fornire elementi utili, spunti, talvolta provocazioni, che nel lungo periodo possano continuare a fermentare, suggerire percorsi alternativi e diventare approfondimenti.
In questa occasione si vuole riflettere sul nostro passato coloniale. Il nostro Paese non è fra quelli che lo hanno molto rinegoziato – soprattutto in termini di studi e occasioni culturali di ripensamento – e probabilmente anche per questo la nostra società non è sempre in grado di essere al passo con altri paesi europei per capacità di vivere il presente, necessariamente multiculturale: consegniamo a operatori culturali, docenti, interessati un inventario filmico del cinema italiano coloniale (gli anni ‘30 e ‘40 e il fascismo), postcoloniale (dagli anni ‘50 agli anni ‘70) e decoloniale (dagli anni ‘80 ad oggi), perché possano utilizzarlo liberamente nei cammini di “visione” che vorranno organizzare o vivere. Restituire la “vista” a qualcosa che non abbiamo voluto – e continuiamo a non volere – guardare.
Il percorso, che trovate consultabile a questo link, è curato da Federico Rossin (vedi più sotto per il suo profilo biografico) con l’usuale qualità e originalità, e ha avuto come momento visibile una retrospettiva di alcuni titoli per l’edizione del festival 2022, con alcuni eventi di punta: su tutti l’intenso incontro di approfondimento con Leonardo De Franceschi su un film fondamentale come “Il nero” (Giovanni Vento, 1967) e la proiezione di Silvia Zulu (Attilio Gatti, 1928), con la colonna sonora composta e suonata da Bruno Cesselli appositamente per il festival a Cinemazero. Per le ragioni più sopra espresse, si vuole che il percorso si possa appunto offrire nel tempo come utile strumento di ricerca, di scelta “di visioni e sguardi” (giusti, scomodi, rari…) da offrire anche in contesti educativi, magari usufruendo delle risorse (DVD e libri) della Mediateca di Cinemazero. Anche per questo abbiamo deciso di offrire questo strumento in rete e non solo nella sua versione cartacea.
Documentario, come servizio per una crescita sociale: uno dei nostri obiettivi.
Federico Rossin è storico e critico del cinema. Ha scritto saggi pubblicati in numerosi volumi collettivi ed è autore di tre libri monografici. Curatore indipendente, ha progettato numerose retrospettive per cineteche, festival e fondazioni in Europa (Filmmuseum a Vienna, Cinémathèque Française a Parigi, Cinéma du réel a Parigi, DocLisboa di Lisbona, ecc; Fondazione Feltrinelli 21 a Milano). Vive, lavora e insegna in Francia.